Sondaggi politici Swg, il 43% ha ancora fiducia nel Pnrr, ma crescono i dubbi
Sondaggi politici Swg, il 43% ha ancora fiducia nel Pnrr, ma crescono i dubbi
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta il maggiore investimento pubblico che sia stato fatto nel nostro Paese da diverso tempo, e come tale inizialmente è stato bene accolto dagli italiani.
La fiducia verso i suoi effetti rimane secondo gli ultimi sondaggi politici di Swg, ma diminuisce rispetto al mese di giugno. Ora ad avere un’opinione positiva sono il 43%, il 2% in meno di 8 mesi fa.
Per l’11% l’Italia potrebbe cambiare davvero, mentre per il 32% i cambiamenti ci saranno ma non si riveleranno epocali.
Rimane stabile al 38% la quota di chi, invece, non ha fiducia nel Pnrr. Vi è tra questi un 15% che addirittura pensa che l’Italia dovrà restituire i soldi all’Europa.
Nel complesso tra i più scettici ci sono i 35-54enni e i residenti al Nord
Diminuisce anche la percentuale di quanti credono che l’Italia riuscirà a portare a termine le riforme che nel Pnrr sono contenute. Per il 3% saranno realizzate tutte, per il 25%, il 5% in meno che a novembre, la gran parte. La maggioranza relativa, il 47%, pensa che solo alcune saranno approvate, mentre per il 25%, il 4% in più di 3 mesi fa, nessuna o quasi.
Sondaggi politici Swg, sono corruzione e illegalità le più temute
Secondo i sondaggi politici dell’istituto di Trieste gli ostacoli principali alla realizzazione del Pnrr saranno la corruzione e l’illegalità così radicate in Italia. La pensa così il 61%, che diventa il 71% tra chi vota Pd.
Per il 44% avrà un peso negativo l’inefficienza della Pubblica Amministrazione. Questa opzione, in particolare, è preferita dagli elettori di Fratelli d’Italia.
Molta meno importanza avranno l’inefficienza dei ministri, delle imprese, o di Draghi stesso.
Una domanda molto interessante, in questi sondaggi politici, è quella che riguarda la preferenza degli italiani per le diverse missioni del Pnrr. La maggioranza relativa, il 25%, pensa che le maggiori risorse dovrebbero andare a istruzione e ricerca, mentre solo il 16% dei miliardi in arrivo sono destinati a questa voce.
Ancora più grande il divario tra quanti prediligono la salute, il 21% e la quota stanziata dal Governo, l’8%.
Al contrario solo il 15% sceglie la rivoluzione verde e la transizione energetica, a fronte del 31% dei fondi che invece sono assegnati proprio a questa missione.
Questi sondaggi politici sono stati realizzati con metodo Cati-Cami-Cawi dal 2 al 4 febbraio su 800 soggetti
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