La consulenza finanziaria nella finanza alternativa
La consulenza finanziaria nella finanza alternativa
Il tema della finanza alternativa è ogni giorno uno dei topic più dibattuti all’interno del mercato. Per gestire questo tema è fondamentale conoscere gli elementi basilari sul funzionamento della banca e capire il rapporto con le imprese così da possedere un bagaglio forte per affrontare il modello di apertura del mercato dei capitali. Una consulenza finanziaria, di fronte ad una vastità di argomenti copiosa come questa, sembra quanto più indispensabile se si vuole viaggiare all’interno dell’imprevedibile mondo della finanza alternativa. Il direct lending, i minibond, il private equity e la quotazione sul mercato AIM sono tutti argomenti che, nel corso di una consulenza, potranno essere chiarificati. In questo articolo però si darà un’infarinatura generale su questi argomenti cercando di introdurre in maniera approssimativa all’argomento.
Cos’è il direct lending e come funziona
Il direct leanding altro non è che una forma di prestito capace di consentire alle aziende di evitare la periodica intermediazione del ruolo della banca. Se in passato per ottenere un prestito era necessario fare affidamento solo ad una banca, oggi le cose sono leggermente cambiate. In vista dei tempi troppo lunghi, il direct lending consente alle aziende di avere delle risorse economiche direttamente da altre imprese, impedendo l’intermediazione dell’azione bancaria. Ad affiancare questo sistema sono entrati in gioco il leading crowdfunding e il public equity. Il direct lending viene elargito direttamente ad un’impresa da parte di un’altra azienda e, inoltre, va rimembrato che questa metodologia è nata successivamente al 2016, perché prima la possibilità di esercitare credito era esclusivamente delle banche. La nuova normativa ha consentito di far nascere nuovi fondi non bancari, per consentire prestiti chiamati FIA, ovvero i fondi di investimento alternativi, i quali possono avere validità anche all’interno dello scenario europeo. Anche per il direct lending è stato concepito un metodo per il controllo e la sorveglianza e, questo meccanismo è interamente affidato alla banca d’italia. Nonostante l’estrema libertà di gestione, questo sistema deve comunque rispettare le norme che riguardano la centrale dei rischi amministrata dalla banca d’Italia.
La realtà dei minibond: perché sono importanti?
Alla domanda posta, la risposta è semplice: un minibond è un’obbligazione di media-lunga durata, utile a sostentare progetti finalizzati alla crescita dei PMI, che hanno l’obiettivo di aprirsi interamente al mercato dei capitali rendendo quanto più bassa possibile la dipendenza dalle banche di credito. I minibond hanno il gran vantaggio di consentire, a tutte le società che non sono quotate in borsa, di introdursi al mercato dei capitali ottenendo nuove fonti di finanziamento. Come qualsiasi tipologia di obbligazione, anche i minibond hanno un tasso d’interesse, che generalmente viene riconosciuto sotto forma di cedola provvista di data di scadenza. Attraverso piattaforme come crowdfundme, investire in minibond ha passaggi burocratici facilitati, la scrematura viene fatta infatti selezionando un’azienda ogni cinque. Dopo differenti passaggi, l’azienda è nelle possibilità di inizializzare una raccolta all’interno della sua piattaforma. Ad emettere minibond possono essere piccole o media imprese, le quali posseggono un limite stabilito per ogni collocamento con 8 milioni di euro, mentre la società definita emittente sceglie l’obiettivo di raccolta, le modalità del pagamento e la durata del titolo.
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