Sondaggi politici Emg, l’aumento dei prezzi al consumo preoccupa più di quello delle bollette
La guerra in Ucraina e le sue conseguenze dirette e indirette sono al centro di un po’ tutti gli ultimi sondaggi politici degli istituti. E anche di quelli di Emg.
Le domande riguardano, in questo caso, le ricadute economiche nel nostro Paese di ciò che accade poco più a Est.
La diminuzione degli afflussi di petrolio e gas dalla Russia, le previsioni di un futuro blocco, l’interruzione della vendita di migliaia di tonnellate di grano da parte di quelli che sono tra i maggiori produttori mondiali, Russia e Ucraina, appunto, stanno avendo un impatto. Si tratta dell’aumento dei prezzi, sia dell’energia, che, di conseguenza, di altri beni e servizi.
La grande maggioranza degli italiani, l’88%, effettivamente guarda con preoccupazione all’evoluzione del conflitto.
La stessa percentuale, non a caso, crede che questa guerra possa anche danneggiare la sua situazione economica personale. Si tratta dell’8% in più di quanti avevano dato la stessa risposta in un analogo sondaggio di settimana scorsa
Sondaggi politici Emg, il 24% teme le bollette più care
Nello specifico il timore maggiore è rivolto verso l’incremento generale dei prezzi. Metà degli italiani ha questa come principale preoccupazione.
Il 24% privilegia il tema della crescita delle bollette, che del resto già da mesi hanno visto rincari vistosi, soprattutto in confronto con i crolli del periodo pandemico.
Solo il 20% ha paura della mancanza delle materie prime per le aziende. Questo è effettivamente un altro elemento che rischia di frenare la ripresa dell’Italia, che ancora non è tornata ai livelli di Pil del 2019, se non addirittura mandarci in recessione.
Solo l’1% cita altro come ricaduta economica del conflitto e solo uno su 20 non si esprime.
Questi sondaggi politici di Emg sono stati realizzati per Agorà l’8 marzo su un campione complessivo di 1.512 casi
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