Aumento contagi Covid: confermato l’allentamento delle restrizioni. I dati
Aumento contagi Covid: dopo diverse settimane di calo tornano a salire i nuovi positivi al Sars Cov 2 in diversi paesi d’Europa tra cui l’Italia. Si tratta di una nuova ondata epidemica? Nonostante i numeri in crescita praticamente tutti i governi dell’Ue hanno deciso di continuare sulla strada dell’allentamento delle restrizioni.
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Aumento contagi Covid: si sta verificando una nuova ondata epidemica?
Aumento contagi Covid: dopo il calo cominciato a fine gennaio, al termine di quella che è stata definita la “quarta ondata” dell’epidemia, e proseguito per diverse settimane hanno ripreso a salire i dati relativi ai nuovi positivi in molti paesi d’Europa. In breve, i contagi appaiono in risalita, oltre che in Italia, anche in Austria e Germania, Regno Unito e Francia, Portogallo, Belgio, Svizzera. Più nel dettaglio si può dire che a crescere è l’incidenza settimanale dei contagi: in Italia per esempio, come hanno recentemente sottolineato dall’Iss, l’aumento del dato è trainato dalla diffusione del coronavirus tra i bambini (fino a 10 anni) e nei ragazzi più giovani (dai 10 ai 19 anni).
Non è ben chiaro perché i contagi sia in così netta risalita: detto ciò, praticamente tutti gli esperti ritengono che il fattore fondamentale sia da rilevare nell’allentamento più o meno generalizzato delle restrizioni che tutti i governi, anche se in misura variabile (in Austria, per esempio, il governo ha reintrodotto praticamente subito dopo averlo rimosso l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2 nei luoghi al chiuso), stanno intraprendendo. In linea di massima, infatti, i vaccini sembrano aver mantenuto la medesima efficacia anche contro le varianti della Omicron di più recente scoperta (tra cui la particolarmente contagiosa BA.2).
Si prosegue con l’allentamento: dati rassicuranti sui ricoveri
Aumento contagi Covid: da considerare in base a quanto detto che nonostante la maggior incidenza dei positivi rispetto a qualche settimana fa non ha determinato una sofferenza dei sistemi sanitari (insomma, il tasso di occupazione delle terapie intensive si può dire essere sotto controllo: complice chiaramente anche la giovane età dei nuovi positivi).
In sostanza, i contagiati sembrano per lo più sviluppare una sintomatologia lieve o che comunque non necessita il ricovero in ospedale. Su tale situazione hanno inciso sicuramente l’ampiezza e la profondità della campagna vaccinale ma anche, sempre secondo molti esperti, le caratteristiche peculiari della variante Omicron. Questa si è contraddistinta sin dalla sua comparsa per l’estrema contagiosità ma anche per la determinazione di quadro clinico decisamente meno grave rispetto ad altre varianti.
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