Sondaggi politici Swg, per gli italiani i rincari attuali sono ingiustificati
Sondaggi politici Swg, per gli italiani i rincari attuali sono ingiustificati
La guerra in Ucraina si è sovrapposta a un aumento dei prezzi delle materie prime che era cominciato già in precedenza, e che aveva già cominciato a influenzare il carrello della spesa degli italiani.
Gli ultimi sondaggi politici di Swg si occupano di questo, dell’impatto che la coincidenza tra conflitto e inflazione ha sul sentiment degli italiani.
Ben il 78% percepisce un peggioramento della situazione economica. Quest’estate erano meno del 30%. Quel momento di ottimismo era già passato in autunno, ma la guerra in Ucraina ha fatto decollare i timori. Gli ottimisti, coloro che vedono un’economia in miglioramento, sono solo il 4%. In compenso scendono al 14% quanti sono molto preoccupati per il Covid, che sembra essere passato in secondo piano.
Il fatto è che davanti agli occhi di tutti vi sono gli aumenti in quasi tutti i settori. Il 93% ha già percepito il rincaro della benzina e del gasolio, l’87% quello delle utenze domestiche, il 76% quello degli alimentari. Finora immuni o quasi sono stati telefonia e servizi internet, streaming, sanità, ma quasi il 50% prevede che l’inflazione colpirà anche questi comparti.
Sondaggi politici Swg, quasi tutti hanno già cambiato le proprie abitudini di fronte all’aumento dei prezzi
Secondo gli stessi sondaggi elettorali gli italiani pensano che tali incrementi siano ingiustificati e non basta la situazione attuale, la guerra per esempio, a motivarli.
In particolare per quanto riguarda olio e prodotti a lunga conservazione a pensarla in questo modo è il 73%. Riguardo ai carburanti il 69%. Per la pasta e la farina il 59%, e per il gas il 55%.
La conseguenza pratica di ciò è che la grande maggioranza ha già cominciato a cambiare i propri consumi e a risparmiare. Il 68% lo ha fatto riguardo al divertimento, il 67% nelle spese per gli alimentari, il 66% con le uscite nei ristoranti e nelle pizzerie. La percentuale maggiore di italiani che non pensa di cambiare abitudini, il 28%, si riscontra nell’ambito della sanità, come appare anche naturale. Si tratta, tuttavia, sempre di una minoranza.
Questi sondaggi politici di Swg sono stati svolti con metodo Cati-Cami-Cawi tra il 16 e il 18 marzo su 800 soggetti.
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