Gas russo: diminuiscono le importazioni, sorpasso dell’Algeria. I dati
Gas russo: diminuiscono le importazioni, sorpasso dell’Algeria. I dati
Gas russo: a gennaio e febbraio 2022 le importazioni sono diminuite, a favore di quelle provenienti dall’Algeria. Si consolida un trend già in atto da prima dell’invasione dell’Ucraina: per sganciarsi da Mosca, d’altra parte, l’Italia dovrà affrontare un processo lungo e complicato.
Gas russo: diminuiscono le importazioni, sorpasso dell’Algeria
Stando agli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Transizione Ecologica, a gennaio 2022, l’Italia ha ridotto drasticamente le importazioni di gas russo. Su circa 9,7 miliardi di metri cubi di metano, più o meno 6,4 miliardi sono stati importati da paesi diversi: si parla di quasi il 44% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (da 3 miliardi di metri cubi a 1,7). Il paese da cui l’Italia ha importato più gas a gennaio 2022 è stata l’Algeria.
Stessa cosa a febbraio 2022 stando ai dati preliminari del Dicastero (dal paese nordafricano sono stati importati 1,7 miliardi di metri cubi contri gli 1,3 provenienti dalla Russia). Ancora prematuro fare previsioni sul breve termine: in ogni caso, i primi segnali di un effettivo sganciamento dalla Russia per quanto riguardo l’approvvigionamento di metano non si vedranno prima del 2023, riferiscono praticamente tutti gli esperti di questioni energetiche.
Sganciamento dalla Russia a partire dal 2023?
Le importazioni di gas russo, sempre stando ai dati, erano già in corso di riduzione da prima dell’invasione dell’Ucraina. Tuttavia, l’Italia – che importa quasi tutto il gas (95%) utilizzato, soprattutto, per la produzione di energia – nel 2021 ha continuato ad affidarsi prevalentemente a Mosca da questo punto di vista. Nel complesso, il 40% del gas importato nel 2021 proveniva dalla Russia (solo la Germania ne ha importato di più: il 60% del totale delle proprie importazioni). Subito dietro l’Algeria, appunto, da cui è arrivato oltre il 30% del gas importato l’anno scorso: seguono il Qatar (che è il primo esportatore di gas liquefatto verso l’Italia), l’Azerbaigian e la Libia.
Seguendo le anticipazioni fornite dal Ministero della Transizione Ecologica, per ridurre la dipendenza dal gas russo (il problema è diventato fondamentale visto che i paesi Ue, nonostante le sanzioni per la guerra in Ucraina, continuano a pagare miliardi al Cremlino) si punterà, innanzitutto, a stringere accordi più stretti con Algeria e Qatar e puntare su nuove collaborazioni (con Angola e Repubblica del Congo, per esempio, ma anche con gli Usa). Tuttavia, i primi segnali di un cambio di direzione non si vedranno prima del 2023 e per parlare di indipendenza energetica bisognerà aspettare almeno 3 anni.
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