Sondaggi politici Swg, sono i più giovani ad avere migliorato maggiormente la percezione della UE
La guerra in Ucraina ha riportato sulla scena il tema dell’unità europea e della percezione che della Ue ha l’opinione pubblica.
Se ne occupa anche Swg nei suoi ultimi sondaggi politici, da cui emerge un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni. Tornano a crescere quanti ritengono che più funzioni vengano delegate alle istituzioni europee. Sono ora il 46%, anche se rimangono minoranza rispetto a quanti, il 54%, vogliono che i singoli governi rimangano pienamente sovrani come ora. Nel 2021, però, tale divario era molto più ampio.
Sono di più di prima anche quelli che affermano che l’appartenenza europea porta principalmente vantaggi: il 34%
Chi più di altri ha cambiato idea? Secondo i sondaggi politici di Swg i giovani. Infatti, se a ritenere oggi più importante la Ue sono mediamente il 27%, tale percentuale diventa del 36% tra chi ha fra i 18 e i 24 anni. Mentre oscilla tra il 25% e il 28% negli altri segmenti di età
Complessivamente, comunque, vi è anche un 17% che ritiene l’Unione Europea più superflua di prima, mentre il 43% non ha mutato opinione.
Ad avere migliorato la propria percezione sono soprattutto gli elettori di centrosinistra. Il 44% di questi afferma di ritenere la Ue maggiormente essenziale.
Sondaggi politici Swg, è la protezione militare il principale vantaggio della Ue per gli italiani
Secondo i sondaggi politici di Swg l’appartenenza all’Unione Europea è cruciale soprattutto sul versante della protezione da possibili attacchi militari. La pensa in questo modo il 53% degli italiani. E il 75% di chi ha fiducia nella Ue.
È chiaro che vi sia l’influenza della guerra in Ucraina alla base di tale convizione.
Per il 51% e il 52% far parte della Ue ci tutela anche dal ritorsioni economiche dall’esterno e da gravi crisi economiche stesse.
Per il 54%, inoltre l’Italia è all’interno dell’Unione Europea un membro molto o abbastanza importante. Si tratta di un dato in discesa rispetto al picco del 61% raggiunto nel 2021, dopo l’avvento a Palazzo Chigi di Mario Draghi. Il minimo era stato raggiunto nel 2017, con il governo Gentiloni.
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