Gas Italia Congo: intesa anche con Angola. Il piano del Governo
Gas Italia Congo: intesa anche con Angola. Il piano del Governo
Gas Italia Congo: giovedì scorso raggiunta l’intesa con il paese africano sull’aumento delle forniture. L’accordo si aggiunge a quello recentemente stipulato con l’Angola. Considerando anche le intese con Algeria e Mozambico, si va concretizzando il piano del Governo Draghi per sostituire buona parte dell’energia fornita dalla Russia entro un anno.
Gas Italia Congo: intesa su aumento forniture anche con Angola
Gas Italia Congo: lo scorso giovedì 21 aprile chiuso l’accordo sull’aumento delle forniture dal paese africano. L’intesa con Brazzaville prevede un invio di Gnl (Gas Naturale Liquefatto che dovrà essere trattato nei terminali di rigassificazione italiani, al momento sono ancora 3 nel complesso, dunque resta il nodo infrastrutturale) pari a 4,5 miliardi di metri cubi all’anno a partire dal 2023. L’accordo segue quello stipulato con l’Angola: con le autorità di Luanda firmata una joint venture per la produzione non solo di gas naturale, gas naturale liquefatto e petrolio ma anche di rinnovabili e biocarburanti.
Obiettivo diminuire la dipendenza energetica da Mosca
Gas Italia Congo: il “tour africano” condotto da esponenti di spicco del Governo Draghi come il ministro degli Esteri Di Maio e quello della Transizione Energetica Cingolani (il Presidente del Consiglio è stato costretto a rinunciare causa Covid) ha come obiettivo principale quello di dare concretezza al piano di riduzione della dipendenza energetica da Mosca. Nel 2021 Gazprom, l’azienda energetica statale russa, ha rifornito l’Italia di 29 miliardi di metri cubi di metano.
Quindi, stringendo lo sguardo sul gas, si può dire che l’Italia conta per il 40% degli approvvigionamenti proprio sulla Russia. Ora, grazie agli accordi con Congo e Angola ma anche a quelli stretti con Algeria e Mozambico, il governo afferma di poter puntare dritto all’obiettivo di sostituire il 50% dell’energia fornita dalla Russia entro il 2023. Sullo sfondo, però, il problema stoccaggio in vista dell’inverno: prima dell’inizio della stagione fredda bisogna accumulare 12 miliardi di metri cubi più altri 4 miliardi di metri cubi di “emergenza”.
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