Sondaggi elettorali Swg, Fratelli d’Italia cresce di mezzo punto. Ora supera il Pd dell’1,6%
Sono il colpo di reni di Fratelli d’Italia e il brusco calo del Pd a caratterizzare gli ultimi sondaggi elettorali di Swg.
Il partito di Giorgia Meloni avanza di mezzo punto e arriva al 22,6%, mentre quello di Enrico Letta cede ben sei decimali, e scende al 21%. Ora la differenza tra le due parti è dell’1,6%. Era solo dello 0,5% una settimana fa.
Il Pd probabilmente perde terreno a favore degli alleati del Movimento 5 Stelle in recupero e in crescita di tre decimali, a quota 12,8%, e delle forze minori di sinistra, come Articolo 1, che va dal 2,3% al 2,5%, o i Verdi, che salgono di un decimale e sono al 2,4%.
Questi partiti, però, beneficiano anche della discesa di Sinistra Italiana, che perde lo 0,3% ed è ora 2,1%.
Nel centrodestra all’avanzata di Fratelli d’Italia si contrappone il declino della Lega, che scende di altri due decimali ed è ora al 15,6%. Sempre stabile all’8% tondo Forza Italia.
A guadagnare è anche Italexit, che passa di nuovo sopra il 2%, e si posiziona al 2,1%.
Al centro rimane al 5,3% la federazione di Azione e +Europa, mentre passa dal 2,2% al 2,4% Italia Viva.
Sondaggi elettorali Swg, solo il 26% è bene informato sul referendum sulla giustizia
Le altre domande di questi sondaggi elettorali vertono sui prossimi referendum sulla giustizia. Se ne parla poco, e infatti pochi sentono di essere informati. Solo il 26% crede di essere al corrente di tutto, il 37% ne ha sentito parlare vagamente, e il 37% non sa nulla.
Molto probabilmente il quorum non sarà raggiunto. Anche per i quesiti che suscitano maggiore interesse coloro che sono intenzionati a votare non superano il 31-35%
Nello specifico, poi, in almeno due vincerebbe il no. Si tratta di quello sull’abolizione della legge Severino, in cui i contrari sono il 54%, e quello sulla limitazione della custodia cautelare: qui voterebbe contro il 38%.
Sì in netto vantaggio, invece, nel quesito sulla separazione delle carriere, con il 47%. E otterrebbe il 35% e il 39% in quelli sulla riforma delle elezioni per il Csm e sulla valutazione di Pm e giudici
Secondo gli stessi sondaggi elettorali sono gli elettori della Lega, del resto il partito promotore dei referendum assieme ai radicali, i più intenzionati a votare. Andrà alle urne il 43% di loro, il 38% di chi sostiene Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle, il 33% dei democratici.
I leghisti però voteranno anch’essi no nel quesito sulla Legge Severino e la limitazione della custodia cautelare, mentre sì agli altri.
Contrari a tutti i pentastellati, mentre i democratici sono per il sì solo al referendum sulla separazione delle carriere.
Gran parte degli italiani, comunque, si asterrà, come si diceva. Tra i motivi il fatto che la materia è troppo complessa. È questa la ragione più di frequente addotta dagli astensionisti, ma vi è anche chi pensa che sia inutile votare, chi dice che non è interessati, chi ritiene che comunque non si raggiungerà il quorum
Questi sondaggi elettorali sono stati realizzati con metodo Cati-Cami-Cawi tra il 4 e il 9 maggio su 1200 soggetti