Controlli Rdc: incrocio dati Inps e Ministero Giustizia. Cosa cambia?

Controlli Rdc: incrocio dati Inps e Ministero Giustizia. Cosa cambia?

Controlli Rdc: incrocio dati Inps e Ministero Giustizia. Cosa cambia?

Controlli Rdc: diventa operativo il nuovo protocollo di collaborazione tra Inps e Ministero della Giustizia – definito nel quadro dell’ultima Legge di Bilancio – riguardante le verifiche sulla concessione e l’eventuale revoca del Reddito di Cittadinanza. Si faranno più stringenti per chi richiede il sussidio e risulta presente nel casellario centrale.

Controlli Rdc: migliora lo scambio di informazioni tra Inps e Ministero della Giustizia

Controlli Rdc: diventa operativo il nuovo protocollo di collaborazione tra Inps e Ministero della Giustizia, le verifiche sui percettori del sussidio diventeranno più serrate. In breve, con il nuovo protocollo, gli enti si propongono di migliorare lo scambio di informazioni tra le rispettive banche dati: dunque, si renderà più efficiente il confronto – soprattutto quello “preventivo”, in fase di domanda in pratica – tra gli elenchi dei richiedenti e dei già beneficiari del Reddito di Cittadinanza e quelli del sistema del casellario centrale relativi alle condanne con sentenza passata in giudicato da meno di 10 anni per tutti i reati ostativi alla concessione del sussidio (di cui all’articolo 7, comma 4, del Dl 4/2019).

Per quali reati non viene concesso o viene revocato il sussidio?

Controlli RdC: in linea di massima non possono vedersi erogato il sussidio tutti coloro che sono sottoposti a misura cautelare personale, anche determinata a seguito di convalida dell’arresto o del fermo, così come chi ha riportato condanne definitive nei 10 anni precedenti alla richiesta per determinati delitti, cioè condannati per reati particolarmente gravi. Tra questi l’attentato per finalità terroristiche e l’associazione mafiosa ma anche la truffa aggravata per ottenere erogazioni pubbliche. Inoltre, con la Legge di Bilancio 2022 è stata ampliata la lista dei reati per cui è prevista la revoca del beneficio: riduzione in schiavitù, induzione alla prostituzione minorile, traffico di organi.

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