Elezioni francesi, Macron avrà la maggioranza del Parlamento? Cosa dicono i sondaggi
Negli ultimi 20 anni è stata quasi una formalità, i vincenti alle presidenziali di poche settimane prima sono sempre riusciti a ottenere la maggioranza anche nel Parlamento. Questa volta sarà diverso?
Le elezioni legislative francesi, che il 12 giugno vedranno gli elettori transalpini andare alle urne per il primo turno, cui ne seguirà un secondo il 19, sono più aperte che mai.
Secondo uno dei principali istituti, Cluster 17, in testa vi è la coalizione Nupes (Nouvelle Union populaire écologique et sociale), che per la prima volta unisce tutte le anime della sinistra francese, dalla France Insoumise di Melenchon forte del risultato delle presidenziali, agli ecologisti, ai comunisti ai socialisti usciti annichiliti dal voto per l’Eliseo.
Il 31% in queste elezioni parlamentari francesi voterebbe per un candidato di questa alleanza nel proprio collegio. Viene così superata la coalizione macroniana, Ensemble pour la majorité présidentielle, che unisce il partito del presidente, En Marche, e altre piccole forze centriste, e che arriva al 27%.
Dietro, con il 19%, quindi meno di quanto ottenuto in aprile, il Rassemblement National di Marine Le Pen. Fa meglio che alle presidenziali, invece la destra tradizionale dei Republicains e alleati, raggiungendo il 10%.
A tutti gli altri, come Reconquete di Zemmour, solo le briciole.
Questo si tradurrà in una maggioranza di sinistra in Parlamento? Non è detto. Come si sa le elezioni francesi si svolgono con una legge elettorale maggioritaria a due turni. Si qualificano per il secondo i due candidati che ottengono più voti nel collegio, se nessuno supera il 50%, ma anche chiunque ottenga più del 12,5% degli aventi diritto, il che vuol dire più del 20% degli elettori con un’affluenza media.
I centristi di Macron sperano di bissare quanto avvenuto in aprile, ottenendo quindi il voto della destra se la sfida è con la sinistra, e il voto della sinistra se invece il ballottaggio è con la destra.
Ma chi voterà chi?
Elezioni francesi, la sinistra trionfa tra i giovani
La prima analisi che Cluster 17 effettua riguardo queste elezioni parlamentari francesi riguarda i flussi rispetto alle presidenziali. Naturalmente la grandissima parte di coloro che avevano votano Melenchon, il 92%, si schiererà per Nupes. Farà lo stesso il 74% degli elettori del comunista Roussel, mentre questa percentuale scende al 67% nel caso di chi aveva preferito l’ecologista Jadot. Il 21% di essi preferirà Ensemble, forse considerando la coalizione di sinistra troppo radicale.
Non sorprende il fatto che l’84% di chi aveva votato Macron sceglierà il suo partito domenica, così come l’87% di chi era stato dalla parte di Pecresse opterà per i Republicains. L’81% dei lepenisti, infine, voterà il Rassemblement National.
Le diverse liste verranno rinforzate dall’arrivo di elettori di candidati presidenziali minori, così la destra godrà dell’appoggio del 32% di chi aveva scelto il populista localista Lassalle, e il 14% dei sostenitori di Zemmour voterà il Rassemblement National
Ancora più interessante è, però, l’analisti del voto alle prossime elezioni francesi in base all’età. In base a questi sondaggi la sinistra trionferà tra gli under 25 con ben il 50%. Mentre otterrà solo il 22% dai più anziani. Viceversa la lista macroniana arriverà al 36% tra questi ultimi ma prenderà solo il 14% tra i più giovani. Anche la destra tradizionale prende tra gli over 65 il consenso maggiore, circa doppio di quello ricevuto dagli under 35.
Il voto alla lista lepenista, invece, ha un profilo demografico simile a quello del centrodestra italiano, con il consenso maggiore tra i 35 e i 64 anni e più basso tra gli anziani e i giovani.
Fa il pieno, arrivando al 36% anche tra gli operai, mentre crolla al 3% tra i quadri e i dirigenti, tra cui va benissimo, con il 37%, Ensemble.
Nupes raggiunge il proprio massimo, superano il 40%, tra le professioni intermedie e gli inattivi, tra cui gli studenti. Les Republicains hanno lo zoccolo duro tra agricoltori, commercianti e artigiani.
Questi sono solo sondaggi, il 12 e soprattutto il 19 giugno sarà la prova del nove anche per loro. Saranno riusciti a prevedere l’esito delle elezioni francesi più aperte e quindi imprevedibili degli ultimi anni?
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