Sondaggi elettorali, al voto per il referendum soprattutto i leghisti, elettori PD astenuti in massa
I referendum sulla giustizia che domenica 12 non hanno raggiunto al quorum sono stati archiviati rapidamente come quelli con l’affluenza più bassa della storia.
Secondi gli ultimi sondaggi elettorali di Swg, però, il comportamento degli elettori dei diversi partiti è stato differente.
Se nel complesso a non essere andato a votare è stato l’81% degli italiani, questa cifra scende al 49% tra i leghisti, almeno per quanto riguarda la scheda sulla separazione delle funzioni dei magistrati.
L’astensione, invece, sale al 60% tra chi vota Fratelli d’Italia e sopra il 70% tra forzisti (nonostante la tradizionale vicinanza a questi temi del partito), democratici e pentastellati.
Prevale il Sì tra tutti gli elettori, anche se molto di poco nel caso dei pochi votanti del M5S che sono andati alle urne.
Il comportamento di fronte ai quesiti sul sistema di voto per il Csm e la valutazione dei magistrati è stato molto simile, mentre secondo gli stessi sondaggi elettorali vi è stato un atteggiamento differente per gli altri quesiti.
In quello sulla limitazione delle misure cautelari vi è stata una maggiore astensione, o comunque voto nullo o bianco, da parte dei leghisti. Solo il 41% si loro è andata alle urne, anche se gran parte, il 29% ha poi votato sì.
Il no ha invece prevalso tra gli elettori di Pd e M5S, o almeno di quei pochi, il 22% e il 27%, che si è presentato alle urne.
Ancora maggiore la percentuale di contrari per la scheda sull’abolizione della legge Severino. Superano i favorevoli, e non di poco, tra i democratici e i pentastellati, 18% a 9% e 16% a 11%, mentre vincono i sì tra gli elettori di centrodestra, in particolare tra forzisti e leghisti.
Tuttavia l’astensione è altissima anche tra di loro.
Sondaggi elettorali Swg, Pd in discesa
Dopo tre settimane di pausa tornano anche i sondaggi elettorali riguardanti le intenzioni di voto. Hanno un’importanza relativa perché non includono le reazioni all’esito delle comunali, ma in ogni caso da segnalare vi è il calo del Pd, che perde lo 0,6% e va al 21,2%, allontanandosi da Fratelli d’Italia, sempre primo con il 22,8% e due decimi in più rispetto al 23 maggio.
Ferma a un deludente 15% la Lega, mentre il M5S non riesce a raggiungere il 13%.
Giù Forza Italia, che passa dall’8% al 7,6%. Il centrodestra nel complesso è in leggero calo, che viene accentuato se consideriamo parte della coalizione Italexit, che lascia sul terreno lo 0,2% ed è al 2,4%.
Al centro sostanzialmente stabile la federazione tra Azione e +Europa con il 5,1%.
Tra i partiti più piccoli sono alla pari al 2,5% Italia Viva e Articolo 1, un decimale sopra i Verdi, al 2,4% e due davanti a Sinistra Italiana, in aumento al 2,3%.
Gli ex pentastellati di Alternativa sono sempre all’1%
Questi sondaggi elettorali sono stati realizzati tra l’8 e il 13 giugno con metodo Cati-Cami-Cawi su 1.200 soggetti, mentre quelli sul referendum hanno avuto un campione di 3mila persone
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