Aumento inflazione: ai livelli del 1986. Dove i rincari fanno più male
Aumento inflazione: a giugno 2022 il dato arriva a quota all’8,6% considerando l’Eurozona nel suo complesso e al 8% stringendo lo sguardo all’Italia, un livello che non si toccava dal 1986. Bisogna prepararsi a un’altra stagione di rincari: quali saranno i settori più colpiti, quali gli interventi allo studio del Governo per rallentare la corsa dei prezzi.
Aumento inflazione: dato ai livelli del 1986
Aumento inflazione: continuano a crescere i prezzi in tutta la zona Euro (dove si passa dall’8,1% di maggio all’8,6% di giugno), in Italia a giugno 2022 si raggiungono i livelli di 36 anni fa. A riferirlo l’Istat che ha registrato un aumento mensile dell’1,2% e, quindi, alzato l’asticella del dato su base annua all’8% (cifra che, appunto, non veniva raggiunta dal gennaio 1986 quando tocco l’8,2%), il mese scorso la previsione non superava il 6,8%.
Dove i rincari fanno più male
Aumento inflazione: dove colpiscono di più i rincari? L’aumento dei prezzi sta continuando a colpire in modo evidente i beni energetici ma ormai si è esteso a tantissimi altri beni e servizi. Il costo dell’energia a maggio ha segnato un +42,6%, a giugno il dato è salito al +48,7%, per esempio, ma è soprattutto sul mercato alimentare che la corsa dei prezzi sta subendo una rapida accelerazione. Il cosiddetto “carrello della spesa” costa l’8,3% in più rispetto allo scorso mese (nel gennaio 1986 il dato era arrivato a +8,6%): i prezzi per alimenti (quelli lavorati +8,2% rispetto a maggio, quelli non lavorati +9,6%), prodotti per la cura della persona e della casa eccetera, in pratica, erano già cresciuti del 6,7% nel mese di maggio. Secondo il Codacons la situazione potrebbe anche peggiorare: l’inflazione potrebbe arrivare fino al 10%, ciò comporterebbe una aumento medio delle spese “base” di circa 3.200 euro annui per un nucleo familiare di 4 persone.
Il Governo si prepara a una serie di interventi: tra le ipotesi sul tavolo il lancio di un bonus da 200-250 euro mensili per tutti i lavoratori con reddito lordo fino ai 35mila euro e la previsione di un salario minimo di 9 euro l’ora per alcune categorie di lavoratori.
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