Bibite gassate: scarsità in estate per mancanza di anidride carbonica?
Bibite gassate: scarsità in estate per mancanza di anidride carbonica?
Durante l’estate 2022 alle numerose problematiche legate all’aumento dei costi dell’energia potrebbe aggiungersi anche la scarsa disponibilità di bibite gassate. Almeno questo sostengono le associazioni dei produttori che denunciano con sempre maggiore insistenza le difficoltà nel reperire la materia prima necessaria per produrle, cioè l’anidride carbonica per uso alimentare. Nonostante ciò attualmente pare difficile parlare di un vero e proprio allarme per il comparto.
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Bibite gassate: difficoltà nel reperire la materia prima?
Assobibe – associazione che rappresenta le società produttrici di bibite analcoliche in Italia – denuncia con sempre maggiore insistenza le difficoltà nel reperire la materia prima necessaria per produrre le bibite gassate (compresa l’acqua “frizzante”), cioè l’anidride carbonica per uso alimentare. Anche questa problematica – resa ancora più pesante in un momento fondamentale per il comparto come la stagione estiva – è legata all’aumento dei costi dell’energia così come all’aumento dei costi relativi al trasporto.
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Perché manca l’anidride carbonica?
Sono diventate più care sia l’estrazione naturale di Co2 alimentare (attraverso il metodo della sottrazione ambientale, quello più costoso e complesso) sia la sua produzione industriale (attraverso il recupero dello “scarto” di Co2 della produzione di ammoniaca): questo – secondo Assobibe – ha indotto i fornitori in molti casi addirittura a bloccare gli impianti di produzione oppure a indirizzarli esclusivamente alla produzione per il settore sanitario. La scarsa reperibilità della materia prima un fattore che mette ancora più in difficoltà le società produttrici di bibite gassate se si conta anche l’aumento dei prezzi che ha colpito il mercato dei materiali (plastica, alluminio, cartone e vetro), oltre all’ormai incombente Sugar Tax (che da programma entrerà in vigore a inizio 2023).
Tuttavia, in parallelo da segnalare come alcuni produttori – tra cui Coca Cola Italia – si siano discostati dall’«allarme» di Assobibe dichiarando, in pratica, di non avere, almeno per il momento, particolari problemi a reperire la Co2 necessaria per le proprie bibite. Inoltre, bisogna evidenziare come il problema sembra sembra sia sorto solo in Italia (che comunque è uno dei paesi in cui si consumano di più le bibite gassate, in particolar modo, l’acqua “frizzante” in bottiglia).
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