Aumento inflazione: prezzi raggiungono i livelli del 1984. Ultimi dati
Aumento inflazione: prezzi raggiungono i livelli del 1984. Ultimi dati
Aumento inflazione: arrivano dati poco incoraggianti rispetto all’andamento dell’inflazione anche per il mese di luglio 2022. I prezzi continuano a crescere: raggiunti livelli che non si toccavano da settembre 1984. Gli ultimi dati diffusi dall’Istat.
Aumento inflazione: i prezzi raggiungono i livelli di settembre 1984
Aumento Inflazione: continua a crescere il dato riferito all’inflazione. A luglio 2022 ha fatto segnare un +0,4% rispetto al mese precedente e un +7,9% sullo stesso mese dello scorso anno secondo l’ultimo aggiornamento Istat. Aumentano anche i prezzi per quanto riguarda il “carrello della spesa”: l’indicatore ha raggiunto il +9,1% (a giugno +8,2%), una soglia che non veniva registrata, addirittura, dal settembre 1984.
L’impennata si nota in particolare sul costo dei beni alimentari (in media gli italiani potrebbero arrivare a spendere 564 euro in più nel 2022 in confronto al 2021) e di quelli per la cura della casa e della persona (tra +8,2% e +9,1%) mentre subiscono una frenata quelli relativi all’energia “regolamentata”, in pratica, le bollette di luce e gas ma solo quelle con contratto che ricade nel mercato tutelato (che passano dal +64,3% di giugno 2022 al 42,9%). Lievissimo rallentamento anche per i prezzi dell’energia “non regolamentata”, cioè i carburanti e i combustibili domestici (i prezzi si abbassano solo dello 0,1% rispetto a giugno, scendendo al 39,8%). Insomma, come rilevato dall’Istat, l’inflazione “rimane tendenzialmente elevata” anche se si è ridotta di un decimo di punto percentuale in confronto al mese scorso (quando appunto è stato registrato un 8%).
L’impennata non è uguale in tutta Italia
Aumento inflazione: sempre dall’ultimo aggiornamento Istat emerge che la corsa dei prezzi non è uniforme in tutte le parti d’Italia. Per esempio, a Bolzano l’indice a livello annuo tocca quota 10% (una famiglia tipo arriva a spendere 2.658 euro in più rispetto all’anno precedente), a Trento il 9,5% (spesa aggiuntiva pari a poco meno di 2.500 euro all’anno), a Milano l’8,1% (quasi 2.200 euro in più a famiglia in un anno). Seguono Bologna e Firenze (+8,6%), Roma (7,5%) dietro Napoli (7,6). Le città dove gli aumenti pesano meno Catanzaro (7,1%) e Campobasso (6,9%).
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