Analisi Politiche 2022: quali risultati dai flussi elettorali? Il punto
Analisi Politiche 2022: gli istituti demoscopici continuano a diffondere i propri studi sui flussi elettorali. Cosa emerge rispetto alla direzione presa dai votanti a seconda di età, reddito e così via? Quale partito ha sottratto più voti ad avversari o alleati? In quali categorie si è maggiormente concentrata l’astensione? Una risposta veloce ma esaustiva a queste domande
Analisi Politiche 2022: astensione ancora primo partito
Analisi Politiche 2022: all’ultima tornata ha partecipato il 64% degli aventi diritto, una percentuale di 9 punti inferiore a quella registrata nel 2018. In pratica, 16 milioni di elettori hanno scelto di non recarsi ai seggi lo scorso 25 settembre, 4 milioni e mezzo in più rispetto alle precedenti Politiche. Il numero degli astenuti non è mai stato così basso nella storia delle elezioni italiane, tuttavia, dal 2013 in poi il cosiddetto partito dell’astensione è quello che prende più voti, per così dire, cioè conta numeri più alti della forza politica con più consensi. In questo caso è chiaro che l’alto livello di astensione abbia favorito la coalizione di centrodestra.
Detto ciò, l’alleanza tra Meloni, Salvini e Berlusconi ha pescato poco dal bacino degli astenuti, la solida maggioranza che si è garantita in Parlamento è dovuta soprattutto alla vittoria nei collegi (parte maggioritaria del Rosatellum). Sul tema basta evidenziare un dato: l’asse Fdi-Lega-Fi ha raccolto poco meno di 12 milioni e mezzo di voti, una vittoria schiacciante visto che ha incassato quasi il doppio del centrosinistra. D’altra parte, nel 2008 quest’ultimo schieramento perse nettamente la tornata dell’epoca incassandone ben 13,6 milioni. Detto ciò, il partito che sembra aver maggiormente patito l’aumento dell’astensionismo è il Movimento 5 Stelle: in breve, più o meno un terzo di chi aveva votato i pentastellati nel 2018 lo scorso 25 settembre si è astenuto (nel 2018 l’M5S prese quasi 11 milioni di voti, pochi giorni fa non ha raggiunto quota 4 milioni e mezzo).
Chi ha rubato i voti a chi?
Analisi Politiche 2022: andando ad approfondire i dati, pare che i maggiori cali dell’affluenza abbiano riguardato le zone del paese con i tassi più alti di disoccupazione e i tassi più bassi di presenza di stranieri (dunque, più il Meridione e le Isole che il Centro da Roma in su). Passando all’analisi dei flussi elettorali sono due in particolare gli elementi evidenziati dagli istituti demoscopici negli ultimi giorni: 1) Fratelli d’Italia ha assorbito buona parte dell’elettorato di Lega e Forza Italia (rispetto al 2018 hanno perso la prima 3 e la seconda 2 milioni di elettori, il partito della Meloni ne ha guadagnati quasi 6); 2) il Terzo Polo ha sottratto una parte dell’elettorato al Pd (il 40% dei voti per Azione/Italia Viva proveniva dal bacino Dem).
Tuttavia, da segnalare che FdI ha rubato anche il 12% degli elettori che avevano scelto il Movimento nel 2018 mentre la formazione targata Calenda/Renzi ha attinto – nella misura del 40% del totale dei voti incassati secondo alcuni studi – anche dal centrodestra. Più complessa la situazione relativa ai 5 stelle: solo il 10% degli elettori attuali li aveva scelti anche nel 2018 (come si diceva: la fuga maggiore è stata verso l’astensione, poi verso FdI e Pd). Anche se l’M5S è il partito che ha più patito l’astensione, sempre secondo le analisi dei flussi, è anche quello che ha più pescato tra gli astenuti. Per il resto i consensi che gli sono stati accordati provengono da elettori “fedeli”. D’altra parte, anche Fdi e il Pd si sono visti confermare dal proprio “zoccolo duro”.
Infine, le analisi dei flussi che prendono in considerazione le varie categorie in cui può essere scomposto l’elettorato evidenziano come gli operai abbiano votato soprattutto FdI, poi il Movimento 5 Stelle (il Pd è solo quarto in questa fetta di elettori). Fdi è primo partito anche tra le persone più in difficoltà economiche, anche qui segue l’M5S (partito più votato dai disoccupati): in questa categoria il Pd pare aver superato la Lega (che sembra in calo anche tra gli artigiani e i commerciati: storicamente legati al Carroccio). La vittoria di FdI sembra essere stata favorita dalla trasversalità del consenso: è stato votato non solo dai più poveri ma anche da ceto medio e medio alto.
Per quanto riguarda l’età, le analisi sono più discordanti: a seconda dell’istituto, per esempio, il partito più apprezzato dai giovani è il Movimento, Fdi o AzIV. Le interpretazioni sono varie anche se si prendono in considerazione i più anziani: in linea di massima sembra confermarsi la tendenza che vede il voto spostarsi verso il centrosinistra (considerato evidentemente più moderato) con l’avanzare dell’età. Però FdI pare abbia ottenuto la preferenza di un elettore su tre con età compresa tra 35 e 54 anni (secondo alcune analisi è primo anche nella fascia 55-64 anni). Infine, le analisi si concentrano sui flussi in base al livello di istruzione: ecco allora che i laureati pare abbiano scelto in primis il Pd e poi FdI (ritorna la trasversalità “chiave” del successo elettorale).
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