Congresso Pd: a cosa serve, come si svolgerà, candidati segretario
Congresso Pd: a cosa serve, come si svolgerà, candidati segretario
Congresso Pd: dopo la netta sconfitta alle Politiche 2022 il segretario Enrico Letta a dato il via all’iter che culminerà con la sua sostituzione. Chi sono i candidati a diventare la nuova guida del Partito Democratico? Una panoramica sulla tribolata situazione all’interno dei Dem.
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Congresso Pd: tra riflessione, rifondazione o scioglimento
Congresso Pd: dopo la sconfitta, più netta di quanto non riferiscano i numeri, alle ultime Politiche il segretario Enrico Letta ha dato il via all’iter che culminerà con la sua sostituzione. La nuova guida del Partito Democratico dovrà condurre una profonda riflessione sull’identità Dem, dettare una linea innovativa, se non proprio progettare un’architettura diversa, partendo dalle fondamenta. Non si può escludere al momento neanche uno scioglimento del partito dato che anche alcuni tra i suoi fondatori ritengono che il progetto Pd si sia ormai definitivamente esaurito.
D’altronde, il Pd non è mai riuscito pienamente a fondere le due anime che lo costituiscono (a testimoniarlo le varie scissioni che ha subito in questi anni, di cui 4 molto dolorose): quella della sinistra democristiana e quella dei comunisti moderati. Inoltre, nonostante continui a imporsi a livello locale, a livello nazionale i Dem non hanno mai “vinto” una tornata di Politiche. Ciò non gli ha comunque impedito di passare 9 anni al governo dal 2013 in poi: nei periodi passati all’interno dei vari esecutivi, però, le spaccature si sono decisamente acuite piuttosto che ricomporsi.
Una partita a due per sostituire Letta
Congresso Pd: anche se in questi anni si è dimostrato uno dei punti deboli dell’organizzazione Dem – si tratta di un passaggio quantomeno macchinoso e durante il quale non mancano “veleni”, con relativi strascichi – sarà proprio in questa sede che si discuterà del futuro del Partito Democratico. Rispetto al passato, in virtù di una modifica al regolamento voluta dall’ex segretario Zingaretti, lo scontro per la segreteria sarà riservato a due candidati e non più a tre. Secondo alcuni esperti, la novità renderà il dibattito ancora più ostaggio delle correnti interne (da sempre ritenute un grosso ostacolo a ogni rinnovamento), mentre servirebbe un netto distacco dal passato su questo versante. Altri esperti aggiungono che tale polarizzazione schiaccerà il dibattito su una sola grande questione: allearsi con il Movimento 5 Stelle o con il Terzo Polo. Dunque, la fazione che perderà difficilmente avrà modo di trovare punti d’accordo con l’altra il che potrebbe portare a una scissione, stavolta quella definitiva.
Non tutti sono convinti che questa eventualità sia da rigettare completamente: potrebbe formarsi un Pd più compatto capace di rifocillarsi grazie ad un periodo all’opposizione che di annuncia molto lungo. Che i Dem si muovano verso sinistra o verso il centro, l’importante è che dal Congresso esca un’identità chiara: questo par di capire è l’obiettivo dei vertici. Da capire quale dei candidati alla Segreteria riuscirà a coagulare maggiore consenso intorno alla propria visione. Due in particolare sembrano quelli in pole per lo scontro finale: Stefano Bonaccini, attuale Governatore dell’Emilia Romagna, e la sua vice Elly Schlein.
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