Aumento inflazione: non si ferma l’impennata. I dati più recenti
Aumento inflazione: gli ultimi dati sul costo della vita non sono per niente incoraggianti, secondo le associazioni dei consumatori si prepara una stangata mai vista prima per le famiglie italiane. Quanto potrebbe incidere l’impennata dei prezzi al dettaglio sul portafoglio? Una panoramica della situazione.
Aumento inflazione: non si ferma l’impennata
Aumento inflazione: non si arresta l’impennata, questa però comincia a essere trainata non solo dai costi dell’energia ma anche da quelli dei beni alimentari. Un segnale preoccupante: in breve, significa che praticamente tutti i comparti economici stanno subendo gravi ripercussioni dalla crescita dei prezzi. Passando alle cifre che fotografano la situazione: a settembre, riferiscono i dati Istat, l’indice dei prezzi al consumo ha registrato una crescita dello 0,3% su base mensile e dell’8,9% su base annua.
Come si scriveva, l’innalzamento dei prezzi riguarda sicuramente i beni energetici ma è soprattutto il cosiddetto “carrello della spesa” a subire i maggiori rialzi: +11,1%, un dato che non si registrava da luglio 1983. Preoccupanti in particolare i dati sui beni alimentari i cui prezzi passano dal +10,1% di agosto al +11,5% di settembre. Insomma, cifre che preannunciano tempi ancora più duri per i portafogli degli italiani: considerando che un tale aumento dell’inflazione si abbatte in un contesto di stasi quasi completa delle retribuzioni, un recupero – parziale – del potere di acquisto non avverrà prima del 2024 riferisce la nota di aggiornamento al DEF.
Una stangata da quasi 3mila euro per la famiglia tipo
Aumento inflazione: considerando i consumi di una famiglia “tipo”, in arrivo una stangata da 2.700 euro in media nel 2022, ben 657 euro in più rispetto allo scorso anno verranno spesi solo per l’acquisto di beni alimentari. Al di là delle situazioni individuali la problematica non mancherà di spiralizzarsi a livello generale: infatti, a meno di profondi interventi dello Stato, l’economia nazionale subirà gravi contraccolpi dall’attesa riduzione dei consumi. A quel punto in nessun modo si potrà evitare la recessione.
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