Pensioni, l’ipotesi di quota 103. Come funziona
Pensioni, l’ipotesi di quota 103. Come funziona
Oltre alla crisi energetica e inflazione, si comincia a parlare anche della riforma per le pensioni. Attualmente, l’ipotesi principale sembra essere quella di “quota 103”, una variante della quota secca 41. Vediamo nel dettaglio che cosa significa e come cambia rispetto a quota 102.
Pensioni, quota 103: la proposta voluta da Matteo Salvini, 62 anni d’età e 41 di contributi
L’ipotesi che sta prendendo piede negli ultimi giorni è quella di quota 103: come previsto inizialmente, il pensionamento dovrebbe arrivare tra i 61 e 63 anni d’età e tra i 40 e 42 anni di contributi versati. In seguito ad ulteriori riflessioni, tuttavia, si parla della possibilità di andare in pensione a partire dai 62 anni con 41 anni di contributi. È questa la proposta che lancia Matteo Salvini, attuale Ministro delle Infrastrutture. La differenza in termini di costo per le casse pubbliche tra la prima e la seconda proposta è di ben 5 miliardi di euro, considerando la spesa aggiuntiva per i pensionamenti anticipati.
L’ipotesi dei bonus per andare più tardi in pensione
Per gravare ancora meno sulle casse pubbliche, il Governo sta valutando la possibilità di inserire dei bonus (precisamente degli sgravi fiscali) per chi, raggiunta l’età pensionabile e i requisiti per uscire dal mondo del lavoro, voglia continuare la propria attività lavorativa. Nello specifico, il leader della Lega vorrebbe incentivare la permanenza di coloro che lavorano nel Pubblico.
Pensioni, l’obiettivo di Legislatura è quota 41
Stando al programma del centrodestra, l’obiettivo ultimo è quello di arrivare a quota 41 (anni di contributi). Su questo, sembra esserci l’intesa tra i partiti di Governo e i sindacati. Il nodo chiave rimane il post-quota 102, attualmente in vigore (che garantisce la possibilità di andare in pensione a 64 anni d’età con 38 anni di anni contributi). Approvata nel 2019, entro fine anno dovrà essere rivista o riconfermata.