Motori Euro 7: nuove norme Ue in arrivo. Cosa prevedono?
Motori Euro 7: nuove norme Ue in arrivo. Cosa prevedono?
L’Ue propone nuove norme per rendere il trasporto su gomma ancora meno inquinante, soprattutto, in città. Proposto il passaggio ai motori Euro 7: viene considerato dalle autorità di Bruxelles un passaggio fondamentale per la transizione ad una mobilità “green” entro il 2035. Quali nuove regole potrebbero essere introdotte? Una panoramica veloce sull’argomento.
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Motori Euro 7: nuove norme Ue in arrivo. Cosa prevedono?
Resta in cima agli obiettivi della Commissione Europea la riduzione dell’inquinamento dovuto al trasporto su gomma. Da leggere in questo senso una nuova proposta di Bruxelles per accelerare la transizione verso una mobilità più “pulita”, soprattutto, nelle aree urbane: introdurre i motori Euro 7 per veicoli comuni e mezzi commerciali leggeri ed Euro VII per i veicoli commerciali più pesanti. In sostanza, si punta a omologare la prossima generazione di motori endotermici, quindi sia a benzina che a diesel, entro il 2025 per quanto riguarda le auto e i furgoni ed entro il 2027 per tir e autobus. Allo stesso tempo, però, le autorità europee hanno confermato di puntare a un consistente taglio alle emissioni di CO2 da qui al 2035, un taglio da raggiungere in particolare proclamando uno stop all’utilizzo dei motori endotermici.
Taglio delle emissioni preoccupa l’automotive
Dunque, da una parte i motori endotermici potranno continuare a essere prodotti, anche se sottoposti a nuovi standard di rispetto ambientale (appunto quella promessa da motori Euro 7 ed Euro VII), dall’altra, si prevede la completa dismissione della tecnologia in favore di un’alimentazione del tutto “pulita” nel giro di pochi anni. Ora, per la Commissione le due iniziative sono complementari ma, in parallelo, pongono dei problemi a cui il settore dell’automotive guarda con preoccupazione.
Infatti, i costruttori hanno subito evidenziato delle criticità in riferimento alle tempistiche di attuazione del piano “decarbonizzazione” considerando la mole degli investimenti che dovranno essere effettuati per mettersi al passo. In breve, rilevano i costruttori, l’impatto di tali iniziative sarà limitato – almeno per una ventina d’anni visto che solo nel 2035 tutte i veicoli nuovi dovranno essere a “zero emissioni” – mentre da subito praticamente le case produttrici dovranno aumentare considerevolmente le risorse da impiegare sull’adeguamento delle flotte – e di conseguenza – il prezzo a carico di consumatori e imprese (gli aumenti più sostenuti riguarderebbero il costo dei veicoli commerciali pesanti, l’allineamento alle nuove regole sarebbe più semplice per le auto).
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