Pensioni ultime notizie: L’ipotesi principale per il 2023
Pensioni ultime notizie: L’ipotesi principale per il 2023
Tra i temi caldi sul tavolo del Consiglio dei Ministri c’è il nodo pensioni (QUI la nostra pagina speciale sull’argomento). Come abbiamo già detto in altri articoli precedenti, l’ipotesi è quella di superare l’attuale quota 102 per andare verso quota 103 o anche la quota 41 secca (anni contribuitivi).
Pensioni, Salvini sicuro: sarà quota 41
Il principale araldo della quota 41 è il leader della Lega, Matteo Salvini. In un recente post circolato via social, il numero uno del carroccio assicura che “Manterremo gli impegni con il consenso di tutti. In manovra ci saranno l’avvio di Quota 41, l’aumento del tetto della flat tax, la revisione del reddito di cittadinanza e una nuova pace fiscale”. il vicepremier e attuale Ministro delle Infrastrutture sembra non voler mollare la presa su una delle sue promesse elettorali principali. C’è però chi frena tra le fila dello stesso Governo. il sottosegretario all’Economia, Federico Freni afferma che “partirà quota 41, questa è una certezza” ma che, almeno all’inizio, tende ad escludere “che partirà netta, secca, senza un coefficiente annuale.” Partirà, probabilmente con 61 o 62 anni, vedremo come e quando.
Pensioni ultime notizie: fondi da Reddito di Cittadinanza, extraprofitti e fondi europei
Al di là della forma scelta per la riforma che dovrà superare quota 102 ed evitare il ritorno della Legge Fornero, c’è la necessità di recuperare i fondi per il 2023. Il viceministro in quota FDI, Maurizio Leo, comincia dagli extraprofitti delle imprese energetiche. “La misura che si applica oggi è del 25%, il regolamento europeo a cui dobbiamo fare riferimento parla del 33% e potremmo attestarci su quella misura o andare anche oltre”. In aggiunta, pare ci sia la possibilità di utilizzare tra i 5 e i 7 miliardi di fondi strutturali dell’Unione Europea, residuali della programmazione 2014-2020.
A questi si aggiunge la praticamente sicura revisione del reddito di cittadinanza, revisione auspicata e “promessa” in campagna elettorale. A parlarne, in questo caso, è il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, che ipotizza di operare immediatamente alcuni cambiamenti. Per Durigon, “Si deve scongiurare che diventi un reddito vitalizio a quelle persone che vogliono lavorare”. Si prospetta un risparmio di circa 1 miliardo di euro.