Alessandria, analisi del voto
[ad]Se nel 2007 l’area di centrodestra valeva, in termini di liste, oltre il 62%, oggi quelle cifre appaiono come un miraggio per l’ala moderata dello schieramento politico; né può essere considerata un’attenuante la frammentazione delle liste: sommando infatti i voti di lista raccolti dai partiti classificati come centrodestra e Terzo Polo si arriva appena al 36,96%, un valore inferiore a quello del centrosinistra che quindi diventa espressione della maggioranza relativa dei cittadini non solo in funzione dell’alchimia delle alleanze ma anche e soprattutto in termini di orientamento di pensiero.
Nella generale débâcle del vecchio centrodestra berlusconiano si salva – e appare anzi piuttosto tonico – solo l’UdC: la formazione di Casini, smarcatasi dall’abbraccio berlusconiano di cinque anni fa, incrementa il proprio bagaglio di voti di circa due punti percentuali, ma riesce anche nel difficile compito di aumentare il proprio numero assoluto di voti da 1.986 a 2.102. Un incremento modesto, ma che pesato sull’altissimo valore di astensione assume massima rilevanza.
Tra i partiti in caduta libera si trova invece la Lega Nord: travolta dagli scandali giudiziari che ne hanno minato l’anima, la formazione di Bossi lascia sul campo oltre 3.000 preferenze, grosso modo dimezzando le prestazioni di cinque anni prima posizionandosi al di sotto del 6%. Poco meglio della Lega riesce a fare il suo candidato sindaco, Roberto Sarti, che riesce a migliorare di qualche decimale le prestazioni della lista in suo sostegno.
La palma di peggior partito spetta tuttavia al PdL, che frana rovinosamente al 14% dal 40% di FI e AN di 5 anni prima e si riduce alle dimensioni della sola Alleanza Nazionale. Il saldo è negativo per quasi 15.000 voti, una cifra superiore a quella di coloro che hanno disertato le urne tra le precedenti amministrative e l’appuntamento del 2012. A livello di coalizione il centrodestra perde qualcosa come 23.000 voti, ridotti a 16.000 se si considera il perimetro della coalizione del 2007. Sono numeri estremamente gravi considerata la dimensione della città, ed evidenziano la profonda crisi che vive la coalizione berlusconiana tanto a livello locale dopo gli scandali finanziari della gestione Fabbio quanto a livello nazionale.
Il candidato del centrodestra, con un valore aggiunto di appena 247 voti, si attesta poi mezzo punto percentuale al di sotto della propria coalizione, a riprova della scarsa popolarità della persona di Fabbio nella realtà cittadina e della pessima scelta da parte del PdL di puntare nuovamente su di lui per questa tornata elettorale.
Se il centrodestra piange, non è semplice capire se il centrosinistra abbia o meno le motivazioni per sorridere. A livello percentuale sicuramente la coalizione progressista è in avanzamento di circa il 4%; tuttavia questo si traduce in una perdita secca di circa 1.600 voti. A fare maggiormente le spese tra i partiti di questa situazione è il PD, che evidenzia un’emorragia di oltre 2.000 preferenze e perde un punto percentuale e mezzo rispetto alla somma di DS e DL del 2007. In controtendende invece l’IdV, che triplica il consenso e aumenta di circa 1.000 voti il proprio bacino elettorale.
In generale il centrosinistra si evidenzia per una sostanziale tenuta del consenso, un lieve calo – peraltro compensato almeno in parte se si conteggiano i voti della transfuga Mara Scagni – in termini assoluti a cui corrisponde un netto avanzamento in termini relativi.
Si evidenzia inoltre il buon appeal della candidata Rossa, che con un risultato personale oltre il punto percentuale superiore a quello della sua coalizione si è dimostrata essere il candidato con il maggior valore aggiunto tra quelli espressione delle coalizioni principali.
Confronto mappa elettorale di Alessandria Comunali 2007 – Comunali 2012 |
La mappa elettorale cittadina evidenzia quanto già emerso a livello tabellare, con un passaggio secco di tutte le circoscrizioni dal centrodestra al centrosinistra. Cambia naturalmente l’intensità dei colori, che mostra come, se da un lato il centrodestra ha perduto la sua egemonia cittadina, dall’altro lo scenario attuale vede nel centrosinistra solo una forza di maggioranza relativa, non in grado – almeno in questo momento – di far realmente credere che il vento sia cambiato.
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