Alessandria, analisi del voto
Le proporzioni tra le principali coalizioni, in termini di rapporto tra i quartieri, restano sostanzialmente inalterate: le circoscrizioni I e III si dimostrano le più fedeli al centrodestra, laddove quelle maggiormente orientate a sinistra risultano la II e la V.
Confronto del voto nei quartieri di Alessandria Comunali 2007 – Comunali 2012 |
Tuttavia, è interessante leggere le dinamiche dell’astensione in funzione dei quartieri cittadini: come evidenziano le tabelle specifiche, infatti, il peso della circoscrizione III scende dello 0,40%, quello della I scende dello 0,32%, quello della V dello 0,08%, quello della II dello 0,07%, e quello della IV infine sale dello 0,88%.
È particolarmente significativo notare come la circoscrizione in cui la disaffezione alle urne è stata meno avvertita è anche la meno schierata tra destra e sinistra e quella in cui il MoVimento 5 Stelle ha ottenuto il miglior risultato. Il partito di Grillo si conferma quindi nello scenario politico attuale l’unico argine contro livelli di astensionismo assolutamente dilaganti e pericolosi dal punto di vista della qualità democratica del Paese.
[ad]Lo scenario alla fine del primo turno vedeva quindi un centrosinistra in lieve avanzata ma in generale arroccato sulle proprie posizioni, ed un centrodestra letteralmente liquefatto tra le proprie candidature interne; a questo andavano a sommarsi il notevole peso elettorale delle liste civiche ed il fenomeno 5 stelle, capace di inserirsi come terza forza cittadina offrendo una reale alternativa alle due coalizioni principali.
Non deve dunque stupire, a fronte di questa situazione così complessa, la necessità di un secondo turno.
Secondo turno che vedeva contrapposte Maria Rita Rossa, del centrosinistra, e Piercarlo Fabbio, del centrodestra.
Come evidenziano le tabelle, la vittoria al ballottaggio della Rossa è stata nettissima, avendo raggiunto quasi il 68% delle preferenze.
Diventa tuttavia interessante esaminare le dinamiche di votazione del ballottaggio: il numero dei votanti è infatti ancora diminuito, e di ben 13.000 unità, segno di una fascia consistente dell’elettorato assolutamente decisa nel non accordare la propria preferenza a nessuno dei due candidati passati al secondo turno.
E tuttavia in questo caso non è possibile parlare di un centrosinistra incapace di calamitare consensi: se infatti entrambi i contendenti aumentano le proprie preferenze rispetto al primo turno, è impossibile non notare come Rita Rossa arrivi a superare la soglia delle 20.000 preferenze, facendo quindi meglio del numero di voti raccolti (anche se al primo turno) da Mara Scagni nel 2007. Il centrosinistra, insomma, ha ritrovato sé stesso anche numericamente e non solo percentualmente al momento di una sfida diretta con l’avversario di centrodestra.
Centrodestra che invece è risultato completamente non pervenuto al secondo turno. I 9.500 voti di Fabbio, pur in aumento rispetto al primo turno, sono ben poca cosa rispetto ai 34.000 del 2007, ma sono anche nettamente inferiori ai 15.000 ottenuti dai candidati di centrodestra e Terzo Polo al primo turno. Questo dato, forse più di ogni altro, certifica la morte definitiva dell’unità dei conservatori nel cuore degli elettori, checché ne possano dire Alfano e Casini nei loro continui tira e molla.
L’esperienza di queste elezioni alessandrine rivela quindi una città in fermento ma non in esplosione, dove l’elemento disturbante del MoVimento 5 Stelle appare ancora in fase arretrata rispetto ad altre realtà comunali ma già riesce a ritagliarsi uno spazio a due cifre; dove il centrosinistra riesce a mantenere il proprio consenso senza far breccia nel cuore degli elettori moderati, i quali, semplicemente, hanno in massa optato per disertare le urne.
Si prefigura quindi un vuoto di rappresentanza politica a destra dopo il ventennio berlusconiano, e sarà interessante capire il modo in cui potrà essere riempito – e da quali attori.