Sondaggi politici SWG, economia: pessimista un italiano su due

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Sondaggi politici SWG, economia: pessimista un italiano su due

È risaputo, per chiunque abbia delle basi di economia, che la percezione dell’andamento economico (al di là della realtà, dei numeri oggettivi) è un fattore che incide pesantemente sulle scelte delle persone. Se ci si aspetta un miglioramento dell’economia nazionale, supponendo che ci siano maggiori opportunità lavorative, avanzamenti di carriera e possibilità di avere fiducia nel futuro, allora la propensione al consumo cresce. Tanto più è alta la propensione al consumo, tanto più aumenta la spesa e gira l’economia, con tutti i benefici derivati (maggiori introiti, maggior richiesta di personale da parte delle aziende, riduzione dei livelli di disoccupazione e tendenziale aumento dei salari).

Ecco perché la domanda posta da SWG sulla situazione economica nazionale è decisamente rilevante. Stando al sondaggio elaborato dall’istituto demoscopico (eseguito tra il 23 e il 25 novembre 2022 su un campione rappresentativo nazionale di 800 soggetti maggiorenni), praticamente un italiano su due crede che la situazione economica nazionale peggiorerà. Poco più di una persona su tre (35%), invece, ritiene che non ci saranno sostanziali cambiamenti. Solo una minoranza, il 15%, crede che l’economia italiana tornerà a crescere e che si verificherà un miglioramento della situazione economica nazionale.

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Sondaggi politici SWG: rispetto all’ultima rilevazione, aumentano gli scettici

Senza poter indagare nel merito, il grafico di SWG mostra come, nelle due settimane precedenti alla rilevazione, la gran parte del campione (il 56%) riteneva che la situazione economica sarebbe rimasta invariata; un 36%, invece, mostrava sfiducia nel futuro economico del Paese e solo l’8% riteneva che ci sarebbe stato un miglioramento. A distanza di due settimane e con una legge di bilancio di mezzo, l’opzione “di mezzo”, che non ci sarebbero stati particolari cambiamenti, è stata abbandonata da molte persone. La gran parte di queste ha perso fiducia (dal 36 al 50%), mentre un’altra ha visto dei segnali incoraggianti (dall’8 al 15%).