Opzione donna, Congedi, Bonus: cosa prevede la Manovra 2023?
Nella Legge di Bilancio 2023 a collegare i vari pacchetti dedicati a singoli ambiti, previdenza, lavoro, famiglia e così via, un filo rosso costituito dalle misure a favore delle madri. Opzione donna, congedo parentale, potenziamento dell’assegno unico: cosa prevede la manovra per questo ben preciso target? Uno sguardo veloce agli interventi.
Opzione donna: cosa prevede la Manovra 2023?
Pacchetto previdenza, pacchetto sociale, pacchetto famiglia e così via: la Legge di Bilancio 2023 contiene numerosi capitoli, ad unirli un filo rosso costituito dalle misure a favore delle famiglie con figli e, in particolare, delle madri. Sono ben 174 gli articoli sparsi nel testo della manovra per il prossimo anno che si riferiscono a questo specifico target. In cima alla lista non può che esserci Opzione donna: la modalità di pre-pensionamento appositamente pensata per le lavoratrici è già previsto dal nostro ordinamento. Tuttavia, l’inserimento del criterio basato sul numero di figli – dopo un iniziale accantonamento – costituisce una novità importante per la struttura della misura.
Ecco allora che tale modalità di pensione anticipata vedrà rimanere fissato a 35 anni il requisito contributivo mentre salirà a 60 anni quello relativo all’età anagrafica: d’altra parte, saranno previsti degli sconti a seconda, appunto, del numero di figli. In breve, si potrà uscire dal lavoro a 58 anni se si hanno almeno 2 figli (il canale potrebbe essere aperto anche alle lavoratrici caregivers e licenziate), a 59 se si ha un solo figlio.
Potenziamento Assegno Unico e Congedo parentale
Oltre ad Opzione Donna particolare importanza nella Legge di Bilancio 2023 rivestono anche il potenziamento dell’Assegno Unico e il restyling del Congedo parentale. L’importo dell’assegno unico dovrebbe crescere in modo significativo (anche se inferiormente a quanto annunciato): per esempio, nel corso del primo anno di vita del bambino – per le famiglie con un Isee entro i 15mila euro – l’importo crescerà da 175 euro a poco più di 262 euro. Per quanto riguarda il congedo parentale, invece, passa da 9 a 10 mesi, con un mese aggiuntivo che può essere fruito esclusivamente dalle madri fino al sesto anno di vita del bambino e per cui sarà prevista una retribuzione all’80% (prima al 30%).
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