Social media e politica, secondo i sondaggi gli americani sono i più critici

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Tra gli italiani i giovani si fidano meno di chi è di mezza età

Come i social media hanno cambiato la politica e la percezione che di questa hanno i cittadini? A questa domanda cercano di rispondere i sondaggi di Pew Research, che ha domandato a un pubblico globale la propria opinione.

Quello che emerge è un atteggiamento molto diversificato. È negli Stati Uniti che il sentiment è più negativo. Per il 64% degli americani la presenza dei social media è stata negativa per la democrazia. Tutte le polemiche sul ruolo di Donald Trump e delle cosiddette fake news hanno evidentemente influenzato tale risultato.

All’estremo opposto i polacchi, il 67% dei quali, invece, parla di un’influenza positiva.

In Italia Facebook, Twitter, Instagram ecc, vengono promossi dal 56% e bocciati dal 40%. Più vicini all’opinione degli americani sono gli olandesi e i francesi, mentre giapponesi, ungheresi, singaporiani hanno una posizione più vicina a quella polacca.

Vi è un ulteriore parametro che è decisivo, oltre a quello della nazionalità: quello dell’età. Tendenzialmente infatti hanno un atteggiamento meno sospettoso verso i social media i più giovani.

In Usa, per esempio, se solo il 28% degli over 50 crede che la loro presenza sia stata una cosa nuova per la democrazia, tale percentuale sale al 47% tra chi ha meno di 30 anni.

La differenza è ancora maggiore in Polonia, Giappone, Francia, dove in generale comunque l’opinione verso i social è più positiva.

Fa in parte eccezione proprio l’Italia. Qui la differenza tra il sentimenti dei cittadini di età diverse è molto più limitata, e, anzi, i 30-49enni hanno una posizione più favorevole al ruolo dei social media in politica dei più giovani.

Il 71% degli italiani non usa mai o quasi mai i social per parlare di politica

Ma quanto questi social vengono effettivamente usati a scopo politico? Quanto i cittadini scrivono la propria opinione con un post o un commento sull’attualità? Secondo Pew Research il 71% degli italiani non lo fa mai o lo fa raramente. È un dato non lontano da quello americano, 76%, inglese, 71%, tedesco, francese.

Il 19% lo fa qualche volta e solo il 9% spesso.

In Europa ad essere meno riservati sulle proprie opinioni politiche sono gli spagnoli, visto che il 34% di essi non disdegna di usare i social media qualche volta o spesso per parlare di questi temi. Fuori dal Vecchio Continente questa percentuale diventa del 49% in Corea del Sud, e del 46% in Israele.

Anche in questo caso sono i più giovani quelli che si tirano indietro di meno. A livello globale ben il 54% degli under 30 israeliani posta questioni socio-politiche online, contro, per esempio, il 15% degli over 50 giapponesi.

In mezzo vi sono tutte le possibili varianti. Per esempio in Italia: anche su questo aspetto vi è una limitata differenza tra più giovani e più anziani. Tra i secondi a usare a scopo politico i social media spesso o qualche volta è il 29%, contro il 31% degli under 30, e il 25% di chi si trova tra i 30 e i 49 anni.

Curiosità, in Corea del Sud e in Grecia gli over 50 sono molto più propensi a fare politica in rete dei figli e dei nipoti, al contrario di quanto avviene, per esempio, nel Regno Unito o in Polonia.

Questi sondaggi sono stati realizzati nella primavera del 2022 attraverso i panel internazionali di Pew research

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