Carenza farmaci comuni: problema anche in Italia. Cosa succede?

Pubblicato il 7 Gennaio 2023 alle 12:43 Autore: Guglielmo Sano
Carenza farmaci comuni: problema anche in Italia. Cosa succede?

Carenza farmaci comuni: problema anche in Italia. Cosa succede?

Carenza farmaci comuni: da qualche settimana si registra la mancanza di moltissime medicine, soprattutto, di alcune molecole “da banco”. La questione ha raggiunto anche l’Italia ma il problema è più che altro europeo. È una criticità che in una certa misura si presenta ciclicamente: a evidenziarla questa volta una serie di fattori come l’influenza stagionale arrivata in anticipo e i risvolti delle politiche Zero Covid in Cina. C’è da preoccuparsi?

Carenza farmaci comuni: problema anche in Italia

Carenza farmaci comuni: nelle ultime settimane il problema è stato segnalato a livello europeo, la criticità non ha mancato di raggiungere anche l’Italia. Il 5 gennaio l’Aifa ha pubblicato l’elenco dei farmaci di cui si riscontra una certa mancanza: il report viene diffuso periodicamente e serve agli enti locali per mantenere le scorte a livelli adeguati. A fare un certo effetto questa volta però la comparsa nel report di molte molecole “comuni”: antinfiammatori come l’Ibuprofene e antipiretici come il Paracetamolo, i principi attivi di alcuni noti prodotti come Moment e Tachipirina, ma anche di antibiotici (come l’amoxicillina, il principio attivo dell’Augmentin).

Quindi, si parla di medicamenti particolarmente utilizzati nel periodo di picco dell’influenza stagionale ma, di fatto, ormai molto impiegati anche contro la sintomatologia (lieve) determinata dal Covid.  Proprio un’influenza stagionale arrivata in anticipo che, tra l’altro, si è presentata con sintomi un po’ più pesanti rispetto al solito, insieme a una nuova diffusione del Covid, tra i fattori principali che hanno portato a una carenza delle molecole più “comuni”.

Causa picco influenza e Covid ma rilevanti i problemi nella catena logistica

Carenza farmaci comuni: anche altre cause, ben più profonde, hanno contribuito ad acuire la problematica. L’Italia ma in generale l’Europa è di fatto dipendente dalla Cina quanto riguarda i principi attivi (ma anche per quanto riguarda blister, fiale, bottiglie etc…): le limitazioni imposte dalle autorità di Pechino negli ultimi mesi nel tentativo di limitare la diffusione del coronavirus hanno limitato la produzione e di conseguenza l’esportazione dei principi attivi e ostacolato l’approvvigionamento di cartone, alluminio, vetro e così via, insomma, tutte le materie fondamentali per realizzare le confezioni dei medicinali.

Nonostante la complessa congiuntura internazionale (complicata da guerra in Ucraina e inflazione), la situazione è lontana dall’essere emergenziale, si sono affrettate a precisare le autorità sanitarie, in pratica, non c’è alcun bisogno di “fare scorte” anche se resta delicata soprattutto per le farmacie, le quali riferiscono un certo affanno nel soddisfare le richieste.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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