Primarie Pd: accordo sulla data, si potrà votare online? Le regole

Primarie Pd 2023: duello Bonaccini Schlein. I numeri dell’affluenza

Primarie Pd: accordo sulla data, si potrà votare online? Le regole

C’è una data certa per quanto riguarda le prossime Primarie Pd: importantissimo appuntamento per i Dem, si eleggerà il nuovo segretario del partito. Dopo numerose polemiche sarà permesso anche il voto online ma soltanto in alcuni casi specifici. Ecco quando si terranno e quali saranno le modalità con cui si potrà esprimere la propria preferenza.

Primarie Pd: accordo sulla data, si potrà votare online? Le regole

Nel corso dell’ultima Direzione nazionale del Partito Democratico è stata finalmente decisa la data delle prossime Primarie: si terranno il 26 febbraio (come annunciato sono state rinviate di una settimana rispetto alla data scelta in prima battuta, quella del 19 febbraio). Dopo lunghe trattative tra i candidati (la proposta proveniva da Elly Schlein), inoltre, la direzione nazionale ha acconsentito al voto online ma soltanto in alcuni casi particolari: inabilità personale, in pratica per problemi di salute, o altri gravi motivi (non sono stati ancora dettagliati ma probabilmente tra questi comparirà l’assenza per viaggio all’estero e la lontananza della sezione assegnata dal proprio domicilio). Per poterà esprimere la propria preferenza a distanza sarà necessario registrarsi su un’apposita piattaforma web entro il 12 febbraio.

Importante appuntamento Dem: si sceglierà il successore di Letta

Le prossime primarie Pd rappresentano un momento importantissimo per il partito: si sceglierà il successore dell’attuale segretario Enrico Letta, rimasto travolto dalla netta sconfitta delle ultime Politiche a opera di Fratelli D’Italia. Il suo successore erediterà un partito in grossa difficoltà sul fronte delle intenzioni di voto (ora intorno al 15% lontanissimo dal 19% del 25 settembre scorso), in primo luogo, perché vittima di una crisi di identità che nel corso degli ultimi anni, seppur quasi sempre al governo – prima con Letta, Renzi, Gentiloni poi con Conte e infine con Draghi – lo ha portato a subire numerose scissioni (tanto che per alcuni, tra cui alcuni fondatori, non reggerebbe a ulteriori fratture e sarebbe ormai destinato allo scioglimento e alla “sostituzione” da parte di altre partiti).

Segui Termometro Politico su Google News

Scrivici a redazione@termometropolitico.it