Cresce del 0,6% in una settimana, ma rimane sotto il 15%
È molto probabilmente l’effetto delle primarie. La sfida per la segreteria del Pd entra nel vivo e dà ad alcuni ex elettori la percezione che il partito sia ancora vitale.
Questa è la possibile ragione del suo parziale recupero nelle intenzioni di voto contenute nei sondaggi elettorali di Swg.
Sale dal 14,2% al 14,8%, rimanendo comunque al di sotto del 15%, un livello sempre pessimo se pensiamo alle percentuali raggiunte nel corso della sua storia.
Parallelamente scende, dal 17,8% al 17,5%, il Movimento 5 Stelle, che negli scorsi mesi ha probabilmente ricevuto il favore di tanti elettori democratici.
L’aumento del Pd è probabilmente anche causa della riduzione delle intenzioni di voto per Sinistra Italiana/Verdi e +Europa, che diminuiscono rispettivamente del 0,1% e 0,2% andando al 3,5% e al 3%
In cima per Fratelli d’Italia vi è un consolidamento: sale di due decimali rimanendo quindi sopra il 30%, al 30,6%.
Male, invece, i suoi alleati, con la Lega che scende del 0,3% all’8,7%, e Forza Italia del 0,4% andando al 6,4%.
Per Azione e Italia Viva il calo è di solo un decimale, e rimane quindi sopra l’8%, all’8,1%.
Tra le liste più piccole si segnala Per l’Italia con Paragone, che cresce dal 2% al 2,3%, mentre Unione Popolare rimane al 2%.
Al 3,1% le formazioni con meno dell’1%, che aumentano del 0,3%.
Sondaggi elettorali Swg, nelle primarie Pd Bonaccini batte Schlein 48% a 28%
Essendo le primarie Pd ormai al centro del dibattito politico Swg chiede agli elettori del partito chi preferirebbero come nuovo segretario.
Secondo i sondaggi elettorali dell’istituto di Trieste in testa è sempre il presidente dell’Emilia Romagna con il 48%. Stacca di 10 punti la sfidante Ely Schlein, mentre gli altri due contendenti, Cuperlo e De Micheli, sono lontani, al 10% e al 4%.
Un’altra domanda riguarda lo scenario più probabile in futuro per il Partito Democratico.
Il 37% dei suoi elettori pensa che la nomina del nuovo segretario rilancerà il partito. Si tratta del 7% in più rispetto al febbraio 2019, quando fu posto un analogo quesito in concomitanza con le primarie vinte poi da Zingaretti.
Secondo il 33% (erano il 34% 4 anni fa), i litigi interni continueranno anche dopo la nomina del nuovo leader.
Secondo il 17%, invece ora l’opposizione al governo potrà essere migliore. Qui vi è una discesa dal 22% del 2019.
Secondo questi sondaggi elettorali solo il 3% pensa che comunque il Pd sia destinato a scomparire.
Questi sondaggi elettorali sono stati svolti con metodo Cati-Cami-Cawi tra l’1 e il 6 febbraio 2023 su 1.200 soggetti
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