Superbonus 2023: quanto è costato l’incentivo finora? Le cifre
Superbonus 2023: quanto è costato l’incentivo finora? Le cifre
Superbonus 2023: colpo di scure sul Governo Meloni alla modalità di riscossione tramite cessione del credito di imposta e dello sconto in fattura per tutti i Bonus edilizi. In pratica, gli incentivi dedicati alla riqualificazione degli edifici potranno essere fruiti soltanto attraverso la dichiarazione dei redditi. L’esecutivo ha giudicato troppo esosa la spesa per lo Stato: i calcoli degli esperti in più di un senso confermano questa valutazione.
Superbonus 2023: quanto è costato l’incentivo finora? Le cifre
Superbonus 2023: una vita breve e tormentata quella dell’incentivo che permette agli italiani di effettuare interventi di riqualificazione energetica degli immobili, di fatto, gratuitamente. Con l’ultimo intervento del Governo Meloni si destruttura definitivamente l’impianto originale del Bonus edilizio: si potrà sfruttare soltanto attraverso la dichiarazione dei redditi, cioè sotto forma di sconto sulle tasse per 5 anni consecutivi, proprio come gli altri Bonus Casa. Il Governo condurrà dei confronti con le associazioni dei costruttori, improbabile però, una marcia indietro sulla questione non solo per quanto riguarda il Superbonus ma anche per Ecobonus, Bonus facciate e così via non sarà più prevista né cessione del credito né sconto diretto in fattura.
La decisione influenzata dal costo a dir poco esoso degli incentivi sulle casse dello Stato. In effetti le cifre che diffondono vari esperti confermano tale valutazione. Considerando le circa 372mila asseverazioni riguardanti il Superbonus presentate al 31 gennaio scorso la spesa per l’erario si attesta intorno ai 71 miliardi. Una cifra enorme che, tra l’altro, servirà a migliorare la qualità della performance energetica di soltanto il 3% degli immobili ad uso abitativo del parco italiano (che ne conta circa 12 milioni).
Una bocciatura completa per l’incentivo?
Superbonus 2023: insomma, la montagna ha partorito un topolino. Almeno guardando al dato nudo e crudo l’incentivo ha creato un enorme peso sulla fiscalità generale generando un impatto limitato sul parco immobiliare italiano. Da considerare anche che, nonostante abbia contribuito alla ripresa del settore edilizio, uno dei più importanti per l’economia nazionale, sembra aver drogato anche il mercato dei materiali facendo impennare prezzi delle materie prime – già altissimi per via della congiuntura internazionale – a causa dell’aumento della domanda che ha determinato. D’altra parte, il Superbonus non sparirà: si potrà fruire fino al 90% della spesa complessiva per i lavori di riqualificazione energetica attraverso la dichiarazione dei redditi. Tuttavia, è chiaro che sarà meno appetibile; inoltre, senza prevedere una soluzione per i crediti “incagliati” (cioè quei crediti non più esigibili) molte aziende del settore edilizio rischieranno il fallimento.
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