Primarie Pd: vince Schlein. Cosa cambia con la segretaria Dem?
Primarie Pd 2023: si conclude il Congresso Pd, Elly Schlein batte a sorpresa il grande favorito della vigilia Stefano Bonaccini. Per la prima volta un segretario donna per i Dem e, in generale, per i partiti di sinistra e centrosinistra italiani. La deputata chiamata al rilancio del Partito Democratico dopo la cocente sconfitta del 25 settembre scorso. Cosa potrebbe cambiare con la sua guida?
Primarie Pd: a sorpresa Schlein batte Bonaccini
Primarie Pd 2023: si conclude il Congresso Pd, Elly Schlein batte a sorpresa il grande favorito della vigilia Stefano Bonaccini e diventa la prima segretaria della storia Dem, la prima donna a guidare un grande partito di centrosinistra/sinistra italiano. Una vittoria decisamente inaspettata: non solo i sondaggi avevano predetto un’ampia vittoria del Governatore dell’Emilia Romagna ma anche il voto nei circoli aveva visto prevalere Bonaccini (anche se la conformazione del consenso per la Schlein ne aveva mostrato la forza nelle grandi città: fattore che pare essersi rivelato decisivo per la vittoria finale). Da quando si tengono le primarie del Pd, la direzione indicata dal voto degli iscritti non era mai stata cambiata dal voto nei gazebo.
D’altra parte, la vittoria della Schlein non sembra dettata unicamente dal voto di elettori “esterni”: la deputata nel corso degli ultimi mesi ha incassato l’endorsement di esponenti apicali del partito, importanti “capi corrente” come Franceschini e Orlando, dell’ex segretario Zingaretti e dal vicesegretario Provenzano, nonché dal Segretario uscente Letta. Senza considerare che per coordinare la sua campagna elettorale aveva scelto Boccia, altra influente figura del Pd. Tale sostegno da parte di cardini della nomenclatura del partito, tra l’altro, è stato più volte sottolineato da Bonaccini in campagna elettorale, il quale invece rivendicava l’appoggio di sindaci e amministratori locali Pd.
Cosa cambia con la nuova segretaria Dem?
Primarie Pd 2023: ora, anche se la Schlein ha più volte dichiarato di “non aver fatto promesse” a nessuno, bisogna un po’ ribaltare la narrazione che la vuole sul piede di guerra con l’attuale classe dirigente del partito. Posto questo, i commentatori si chiedono fino a che punto cambierà l’orientamento del Pd: una cosa che sembra abbastanza probabile è che riproverà a riattivare l’asse con il Movimento 5 Stelle spento da Letta (è stato Boccia – anche se non è detto che la Schlein ne condivida il piano – già in queste ore in qualche modo a preannunciarlo imputando alla rottura con i pentastellati i termini della sconfitta alle ultime Politiche). In parallelo, dovrebbe essere segnata una sempre più marcata distanza dal Terzo Polo: la stessa Schlein, d’altronde, era uscita dal Pd nel 2015 proprio in polemica con la “svolta” imposta dall’allora segretario Renzi.
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