Maternità surrogata: in arrivo stretta. Cosa vuole fare il Governo?
Maternità surrogata: il tema è tornato d’attualità dopo le proteste contro lo stop imposto al Comune di Milano riguardante le trascrizioni nei registri anagrafici dei figli delle coppie omogenitoriali e le polemiche a seguito della bocciatura in Senato del Regolamento Ue relativo all’adozione del certificato di filiazione europeo. Il Governo intende porre una nuova stretta sull’utero in affitto: come dovrebbe articolarsi la nuova legge in merito a tale pratica?
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Stop alle trascrizioni a Milano, niente certificato di filiazione Ue
Maternità surrogata: il tema è tornato d’attualità dopo due eventi in particolare. Il primo: lo stop imposto dalla Prefettura di Milano, su spinta di una direttiva del Ministero dell’Interno, al Comune meneghino alle trascrizioni dei figli delle coppie omogenitoriali nei propri registri anagrafici. Una scelta che equivale a un mancato riconoscimento degli stessi che fa d’altro canto fa riferimento a una sentenza della Cassazione di dicembre 2022: il Comune di Milano – sulla base di un’ordinanza del Sindaco Beppe Sala – invece dava la possibilità di trascrivere il certificato di nascita estero nei registri comunali dal 2018.
Il secondo: la bocciatura della Commissione Politiche europee del Senato del regolamento Ue per il riconoscimento dei figli delle coppie gay attraverso l’adozione del certificato europeo di filiazione (in breve, una specie di carta d’identità europea che permette ai minori di vedersi tutelati anche negli stati in cui non gli viene riconosciuto lo status di “figlio”).
Maternità surrogata: in arrivo stretta. Cosa vuole fare il Governo?
Sulla scia di questi eventi il Governo Meloni torna a cavalcare un tradizionale cavallo di battaglia FdI: il disegno di legge sulla maternità surrogata – quello che verrà incardinato in Commissione Giustizia reca la firma di Maria Carolina Varchi – che prevede l’introduzione del “reato universale” di gestazione per altri.
Il testo si muove sulla base di una proposta portata avanti dalla stessa Giorgia Meloni, attuale Presidente del Consiglio, durante la scorsa legislatura: andando a colmare quello che si ritiene un “vuoto” nella Legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita, il provvedimento estenderebbe il divieto di “surrogazione di maternità” per i cittadini italiani anche all’estero. Dunque, chi fruisce della pratica dell’utero in affitto – in un paese dove è consentita naturalmente – verrebbe punito con le stesse modalità previste per chi lo fa in Italia, cioè dai 3 mesi ai 2 anni di detenzione e dai 600mila a un milione di euro di multa.
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