Pensioni: tutto rinviato alla prossima Legge di Bilancio? Ultime

Pubblicato il 4 Maggio 2023 alle 16:34
Aggiornato il: 8 Maggio 2023 alle 14:42
Autore: Guglielmo Sano
Pensioni: tutto rinviato alla prossima Legge di Bilancio? Ultime Notizie

Pensioni: tutto rinviato alla prossima Legge di Bilancio? Ultime

Il cantiere Pensioni non sarà riaperto prima di settembre prossimo, quando entreranno nel vivo i lavori preparatori della prossima Legge di Bilancio. Questa più che una sensazione dopo il tentativo – andato a vuoto – del Governo Meloni di spostare alcune risorse destinate al taglio del cuneo ad aumento trattamenti minimi, Quota 103 e Opzione Donna. Le ultime notizie sul tema.

Pensioni: tutto rinviato alla prossima Legge di Bilancio? Ultime

Alla fine, andato a vuoto il tentativo – portato avanti da Lega e Forza Italia in particolare – di spostare alcune risorse destinate al taglio del cuneo fiscale volto a innalzare gli stipendi fino a 35mila euro – contenuto nel Decreto Lavoro licenziato il primo maggio – a una o più misure ascrivibili al capitolo Pensioni.

Al momento, quindi, tutto rinviato per quanto riguarda aumento delle pensioni minime, allentamento dei requisiti necessari per sfruttare la pensione anticipata con Opzione Donna (solo 150 lavoratrice sono uscite dal lavoro quest’anno, nel 2022 risultavano oltre 4mila) e per la ridefinizione di Quota 103 (visto che ormai sembra certa la proroga per almeno un altro anno dopo la scadenza fissata per il 31 dicembre 2023) che potrebbe essere trasformata in un “ponte” verso Quota 41.

Tuttavia, l’esecutivo tornerà a ragionare concretamente su tutti questi aspetti non più tardi dell’autunno, già a settembre probabilmente, al massimo ad ottobre, quando cominceranno a entrare nel vivo la preparazione della Legge di Bilancio per il 2024: d’altronde, alcune misure, nello specifico il ritocco dei trattamenti minimi, sono già state inserite nel Def.

Il cantiere della Riforma Previdenziale riaprirà in autunno

Con la Legge di Bilancio dell’anno in corso le pensioni minime sono state portate – in virtù di un adeguamento al tasso di inflazione – a 572,20 euro, cifra che sale fino a 599,82 euro per gli over 75. Il tasso di inflazione, però, ha continuato a salire: ciò significa che gli assegni dovranno arrivare a 576,45 euro per tutti a 604,28 per gli over 75. Gli arretrati dovrebbero essere accreditati a conguaglio a gennaio 2024. Su queste cifre azzurri e Carroccio puntano a ottenere un ulteriore rialzo e, sulla stessa linea, potrebbe essere valutato un aumento anche per i trattamenti destinati agli invalidi.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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