L’industria europea degli pneumatici ha risentito, al pari di altri comparti produttivi, degli effetti negativi della crisi economica e, più in generale, dello scenario socio economico scaturito dallo scoppio del conflitto in Ucraina.
“Dopo i trend negativi della seconda parte del 2022” – spiega Adam McCarthy, il nuovo Segretario Generale dell’ETRMA (l’Associazione Europea dei Produttori di Pneumatici) – “i volumi di vendite delle aziende che fanno parte dell’ETRMA sono in calo per tutte le categorie di prodotto nel primo trimestre del 2023 rispetto al primo trimestre del 2022”. Le difficoltà, secondo McCarthy, si collocano all’interno di un contesto di “inflazione crescente in tutti i mercati europei”, che si associa all’impatto negativo della guerra in Ucraina, “in particolare sui costi dell’energia”.
Struttura ed evoluzione del mercato
Nonostante l’incidenza negativa dei fattori esterni, il settore degli pneumatici per automotive sta cambiando in maniera significativa.
Uno degli aspetti più caratteristici del mercato è il ruolo sempre più rilevante dell’e-commerce, che ha raggiunto circa il 10% della quota complessiva delle vendite. Rispetto al passato, infatti, gli automobilisti – così come qualsiasi altro tipo di consumatore – si rivolge con maggiore frequenza a shop digitali ed e-commerce specializzati come Euroimportpneumatici per cercare informazioni e, eventualmente, acquistare online gomme auto estive, invernali o ‘4 stagioni’, a seconda di esigenze o necessità specifiche.
Il mercato, quindi, non si sta adeguando soltanto alle nuove dinamiche di acquisto (ulteriormente accentuate anche dalle limitazioni del periodo pandemico) ma anche ad altri fattori contingenti, a cominciare dal bisogno di maggiore sostenibilità.
Da questo punto di vista, stanti anche le difficoltà legate alla produzione ed all’approvvigionamento della materia prima, numerose aziende hanno intrapreso strade più o meno sperimentali. Le moderne tecnologie vengono impiegate per sviluppare prodotti in grado di garantire una minore usura a fronte di un maggiore chilometraggio; al contempo, per rendere il processo produttivo, e lo pneumatico stesso, più sostenibili, si sperimenta l’utilizzo di materiali di origine naturale oppure aumentando l’impiego di materia prima riciclata o di recupero in luogo di quella vergine.
Le nuove frontiere del settore, però, non si esauriscono qui: la Vredestein, ad esempio, ha sviluppato il primo pneumatico ‘all season’ pensato per ottimizzare le prestazioni dei veicoli elettrici, mentre la Michelin ha messo a punto un prototipo ‘airless’ a prova di foratura. L’obiettivo è quello di offrire agli automobilisti maggiori garanzie a fronte di consumi di carburante ridotti, senza pregiudicare la sicurezza e riducendo l’impatto ambientale dell’intera filiera produttiva. In quest’ottica si collocano, ad esempio, anche gli pneumatici ricostruiti, grazie ai quali – nel rispetto di un rigido disciplinare tecnico – è possibile rigenerare gomme usate, prolungandone il ciclo di vita utile.
I dati di mercato del primo trimestre 2023
I riscontri pubblicati dall’ETRMA fotografano un trend di mercato contraddistinto dal segno negativo per (quasi) tutte le categorie di prodotto. In particolare, nei primi tre mesi di quest’anno, il volume di gomme di ricambio vendute è calato del 12% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il dato è frutto di una performance diffusamente negativa da parte delle varie categorie merceologiche, soprattutto del drastico calo degli pneumatici invernali (-26%). In calo anche le gomme estive (-13%) mentre restano stabili le coperture ‘all season’ (+1%), che possono essere utilizzate tutto l’anno. Per quanto riguarda le specifiche categorie di veicoli, le vendite fanno registrare cali più o meno significativi: moto e scooter (-3%), veicoli agricoli (-39%) e camion e autobus (-18%).
In generale, osserva l’ETRMA, il dato resta negativo anche se parametrato sui primi tre mesi del 2019 (ultimo anno prima della pandemia); rispetto a tale periodo, il 2023 fa registrare un decremento di vendite pari al 4,5%, confermando come il comparto non sia ancora riuscito a colmare il gap con la performance della fase pre-pandemia.
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