Sondaggi TP: italiani spaccati su cause emergenza climatica
Sondaggi TP: italiani spaccati su cause emergenza climatica
Nel nostro consueto sondaggio settimanale parliamo dell’emergenza che ha colpito l’Italia nelle ultime settimane, tra il caldo estremo e gli incendi in Sicilia, e i nubifragi ed eventi estremi nel Nord Italia. Partiamo proprio da qui, chiedendo la loro sensazione riguardo le cause di nubifragi ed incendi e se siano correlate al cambio climatico. E su questo, c’è grande equilibrio, con un 50,3% che collega questi fenomeni al cambio climatico e un 47,7% che non vede una correlazione diretta. Un dato molto interessante è che appena un 2% dei rispondenti non esprime un parere, segno che si tratta di un tema fortemente polarizzante e su cui quasi tutti hanno un’opinione. La risposta meno frequente è quella che parla di una montatura mediatica per creare allarme: opzione scelta dal 12,3% delle persone intervistate. La risposta più frequente, invece, scelta dal 35,4% del campione, afferma che “i nubifragi ci sono sempre stati e gli incendi sono dolosi”, pur senza negare un cambiamento climatico in atto. Il 35% vorrebbe invece un progressivo abbandono dei combustibili fossili e agire fortemente sulla problematica, mentre per il restante 15,3%, per quanto sia colpa del cambiamento climatico e delle emissione di CO2, la soluzione si trova altrove (“Altri sacrifici sarebbero troppo costosi per noi. È in Asia che stanno crescendo”
Sondaggi TP: uno su due contro Saviano
Altro tema della settimana è stato lo stop a “Insider”, programma dello scrittore Roberto Saviano che narra dei rapporti tra criminalità, politica ed economia legale. Un fermo che sembra gradire un rispondente su due, considerando Saviano “di parte e fazioso, non autorevole né adatto alla TV pubblica”. Per un altro 28,2%, invece, la cancellazione del programma è ingiusta, in quanto “scrittore di grande spessore e le voci non gradite al Governo vengono epurate”.
Consenso sull’errore statunitense: no alle bombe a grappolo agli ucraini
Passando alla politica internazionale, abbiamo chiesto ai nostri lettori cosa ne pensassero dell’invio delle bombe a grappolo – da parte degli USA – all’Ucraina. Le bombe a grappolo sono armi messe a bando dal 2008, in quanto possono compromettere un territorio per molti anni (gli ordini rilasciano delle piccole bombe che possono fungere da mine). Una decisione che trova la forte opposizione dei nostri rispondenti. Per il 33,1% si tratta di una escalation che era meglio evitare. Per un altro 37,3%, invece, è un vero e proprio atto criminale che prolungherà la guerra.
Risposte variegate su inchiesta covid e archiviazione per Conte, Speranza e Fontana
È notizia di questa settimana, infine, l’archiviazione delle posizioni dell’ex premier Giuseppe Conte, dell’ex ministro alla Salute Roberto Speranza e del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, riguardo l’inchiesta sul covid-19. Abbiamo chiesto ai nostri lettori cosa ne pensassero e i risultati sono decisamente frammentati. Per un 21% l’indagine sarebbe dovuta andare più a fondo, mentre per un altro 21,2% va bene così: “si è trattato da entrambe le parti di scelte politiche, non giudicabili dal punto di vista legale”. La risposta più frequente è quella che vuole l’archiviazione per Conte e Speranza ma la condanna – o almeno, la non-archiviazione – per Fontana: “Il comportamento della Regione Lombardia è stato inadeguato”.
Sondaggi TP: FDI torna al di sopra del 29% a scapito di Lega e FI. Su anche PD e M5S
Variazioni leggere rispetto alla settimana scorsa, con FDI che torna al di sopra del 29% grazie a un +0,3% e si conferma stabilmente primo partito del Paese. Lega e Forza Italia perdono rispettivamente 0,3 e 0,2 punti percentuale. Salgono, invece, Partito Democratico (19,7%, con +0,2% rispetto all’ultima rilevazione) e Movimento 5 Stelle (anche qui variazione di +0,2% per giungere al 16,2%).
Poi, solita bagarre tra i partiti minori. Azione è l’unico partito che supera con una certa agilità la soglia di sbarramento (3,6%). Sinistra Italiana e Verdi tornano al 3% (+0,1%) mentre Italia Viva di Matteo Renzi e +Europa rimarrebbero fuori dal parlamento (rispettivamente al 2,5% e al 2,4%). In questa ultima rilevazione, Renzi ha superato Gianluigi Paragone e il suo Italexit (2,3%, in calo di 0,2 punti).
Nota metodologica
Sondaggio realizzato con metodo CAWI, 3700 interviste raccolte tra il 18 e il 20 luglio 2023.