Sondaggi Tp: il 56% degli italiani non condivide le parole del generale Vannacci
Il primo sondaggio di Termometro Politico dopo le ferie agostane si è occupato delle polemiche generate dalle parole contenute nel libro scritto dal generale Vannacci. Dichiarazioni forti su omosessuali e immigrati che hanno portato il ministro della Difesa Crosetto a destituire dal suo incarico il generale. Agli intervistati è stata chiesta un’opinione sia sulle parole di Vannacci sia sulla decisione presa da Crosetto.
Secondo l’indagine realizzata tra il 22 e il 24 agosto e che ha visto coinvolte 3.200 persone, oltre un italiano su due (56%) non è d’accordo con le parole su omosessuali e immigrati rilasciate dal generale Vannacci nel suo libro. Tra questi, il 45,2% pensa che le sue idee siano incompatibili con un ruolo di rilievo nell’apparato statale di una democrazia. Il 32,1% difende il militare e approva il suo pensiero mentre il 5,8% pur condividendo le sue parole ritiene che in quanto generale non avrebbe dovuto esprimersi in quei termini. I conensi verso il generale aumentano tra chi ha già letto il libro (87,8%). Tra chi ha letto passaggi e lo vuole comprare si scende al 78,2%, mentre tra chi non lo vuole comprare e ha letto alcuni passaggi il 69,8% non è d’accordo e pensa che non possa ricoprire un ruolo. Così la pensa anche il 69,4% di chi non ha letto nulla e/o non è interessato al libro.
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Sulla decisione del ministro Crosetto di allontanare il generale Vannacci dalla guida dell’Istituto Geografico Militare, il 43,3% degli intervistati si dice d’accordo, il 12,9% lo è solo in parte, in quanto condivide la censura o una lettera di richiamo ma non la rimozione, il 19,9% la considera ingiusta perché, a suo dire, lede la libertà di espressione, infine il 17,5% dichiara la sua contrarietà, affermando di “trovare assurdo che Vannacci possa essere punito per aver detto la verità e anzi, il ministro avrebbe dovuto proteggerlo, non punirlo”.
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Alla domanda se sia giusto perdere il lavoro per alcune idee espresse sui social media, il 60,3% risponde no, seppur con qualche distinguo: per il 30,8% tutti dovrebbero poter esprimere liberamente le proprie idee senza temere gogne mediatiche e ripercussioni sulla propria vita privata mentre per il 29,5% lo si può fare tranne nel caso in cui le opinioni espresse sui social riguardino il proprio ambito lavorativo e possano danneggiare direttamente il datore di lavoro. Il 21,7% ritiene giusto che un’azienda o un’amministrazione pubblica licenzino chi mostra di avere opinioni incompatibili con i propri valori mentre per il 13,4% lo è ma solo nel caso di persone con alti incarichi.
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Quasi un italiano su due non crede che a breve possa emergere una forza da destra che possa fare opposizione al governo: per il 25,6% la politica oggi è personalistica e mancano figure carismatiche a destra della maggioranza mentre per il 24% nel centrodestra attuale c’è già spazio sia per forze moderate e governative che più di destra e radicali. A credere invece che ciò possa accadere è il 40,2%: tra questi il 16,3% ritiene questo fatto necessario in quanto la maggioranza attuale sta tradendo alcuni valori di destra, mentre il 23,9% considera questa eventualità fisiologica poichè “quando forze populiste diventano governative emergono formazioni radicali che cercano di sostituirle”.
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Le ferie agostane non fanno bene alla premier Meloni: la fiducia nei suoi confronti è in calo al 40,8%. Il calo si riflette anche su Fratelli d’Italia che perde consensi e scende al 28,9%. Giù anche il Pd al 19,6% mentre M5S e Lega rialzano la testa rispettivamente al 16,3% e al 9,5%. Forza Italia scende al 6,9% mentre Azione flette al 3,5%. Sinistra/Verdi torna sotto quota 3%, dietro si trovano Italia Viva e +Europa appaiate al 2,6% e Per l’Italia con Paragone al 2,5%.
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Sondaggi Tp: nota metodologica
Sondaggio realizzato con metodo CAWI, 3200 interviste raccolte tra il 22 e il 24 agosto 2023
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