Aumenti tassi Bce: futuro inflazione ancora incerto. Altri in vista?

Aumenti tassi Bce: futuro inflazione ancora incerto. Altri in vista?

Aumenti tassi Bce: futuro inflazione ancora incerto. Altri in vista?

Aumenti tassi Bce: le proiezioni sull’andamento dell’inflazione rimangono incerte. Previsto un progressivo rientro a partire dal 2024, in questi giorni la Banca Centrale Europea ammette di non avere ancora abbastanza certezze per programmare uno stop ai rialzi. Stretta monetaria confermata fino a data da destinarsi dunque? Una panoramica della situazione.

Aumenti tassi Bce: futuro inflazione ancora incerto

Aumenti tassi Bce: nel 2024 progressivo rientro dell’inflazione. Si attendevano segnali incoraggianti in questo senso già entro settembre. Quindi, stop ai rialzi e poi allentamento della stretta monetaria che da oltre un anno la Banca Centrale Europea sta utilizzando contro il fenomeno inflattivo. Lo scenario sembrava plausibile prima dell’estate, invece, ora che la bella stagione volge al termine, bisogna constatare come gli indicatori macroeconomici riflettano una situazione di piena incertezza.

Fabio Panetta, per esempio, ora membro del comitato direttivo Bce, fedelissimo dell’ex Presidente del Consiglio Draghi, Governatore in pectore della Banca d’Italia, ancora a inizio giugno prevedeva il raggiungimento del 3% a inizio 2024 e avvicinamento al 2% nel 2025. Ad agosto 2023 nell’area euro si parla ancora di inflazione al 5,3%, praticamente invariata rispetto al mese precedente. Troppo pesante ancora l’influenza del prezzo dei beni energetici evidentemente: senza considerare che nelle stime non si tiene conto di eventuali nuovi shock del quadro internazionale.

Nuovi rialzi in vista?

Aumenti tassi Bce: a Francoforte in questi giorni si annuncia che, con tutta probabilità, si tornerà a parlare di rialzo dei tassi di interesse in autunno. Un altro membro di spicco del Board Bce Isabel Schnabel sul tema ha affermato che attualmente non si può definire né il picco massimo che i tassi d’interesse potranno raggiungere, tanto meno la durata dell’eventuale nuova stretta monetaria.  

Troppo lontani ancora dalla direzione che porta fino all’obiettivo 2% dell’inflazione (un livello che si programmava di riagguantare nel 2026): insomma, il dato si sta abbassando, è vero, ma non abbastanza in fretta, per cui bisogna continuare a frenare l’economia europea prima che i danni diventino strutturali. Fino a quando servirà proseguire su questa rotta? Come si diceva, diventa sempre più difficile fare nuove previsioni a questo punto.

Segui Termometro Politico su Google News

Scrivici a redazione@termometropolitico.it