Sondaggi Tp: reazione Israele spropositata e informazione confusa
Sondaggi Tp: I media sono pro-Israele e informazione è confusa
Nel nostro ultimo sondaggio settimanale, abbiamo sottoposto ai nostri lettori un focus particolare sulla recrudescenza del conflitto israelo-palestinese. Continuiamo così il focus avviato già con la nostra ultima rilevazione demoscopica.
Di seguito, l’intervento del presidente e fondatore di Termometro Politico Gianluca Borrelli a Coffee Break nella puntata del 23 ottobre 2023, in cui illustra i risultati del sondaggio settimanale.
Sondaggi TP: per quasi una persona su due, la reazione di Israele sulla Palestina è stata spropositata
Si chiede, in primis, come giudica la reazione israeliana all’attacco di Hamas del 7 ottobre. La gran parte dei rispondenti si è fatto una idea. La risposta più frequente (48,3%) è quella che vede la reazione di Israele “spoporzionata ed eccessiva verso la popolazione civile”. Un altra fetta importante di lettori (28,2%) ha considerato la reazione israeliana come “comprensibile e proporzionata”. La risposta meno gettonata è quella che considera la risposta di Netanyahu come troppo morbida: il 18,5% afferma che è “meno dura di quella che doveva essere, vista l’efferatezza dei terroristi”.
Un tema decisamente interessante riguarda la capacità di informarsi sul conflitto israelo-palestinese. In questo caso, abbiamo parlato dell’evento specifico relativo all’eccidio nello spazio antistante una struttura ospedaliera di Gaza pienamente operativa. Abbiamo chiesto “Secondo le notizie apprese dai media e dai social media, di chi è la responsabilità della strage di Gaza?”
La risposta più gettonata è quella che parla di un missile della jihad islamica (41,9%), che convince praticamente il doppio dei rispondenti rispetto a chi crede nell’ipotesi di un raid israeliano (20,2%). Il dato più interessante, però, è quello che viene da addirittura un terzo del campione (32,9%), dove si afferma che “Dalle diverse e opposte versioni fornite non sono riuscito a farmi una opinione”. Se lo sommiamo con chi afferma un generico “Non intendo rispondere” (5%), la risposta legata al dubbio si avvicina a quella con maggior frequenza (moda statistica).
2 popoli 2 Stati: plebiscito per la soluzione della coesistenza
Riguardo la possibile soluzione ad un conflitto storico che avanti da 75 anni – fin dall’anno della nascita ufficiale dello Stato d’Israele -, i nostri lettori si decantano in maniera decisa per le soluzioni che vedono la coesistenza di due Stati e due popoli. Il 42,5% crede che sia necessario che vi siano due Stati indipendenti, ma solo nei territori palestinesi dove vi possano essere libere elezioni e senza Hamas”. Un 41,1% invece sosterebbe la coesistenza di due Stati “nei confini del 1967”. Le altre tre risposte godono di scarso consenso. Nell’ordine, Il mantenimento dello status quo (4,5%); l’affermazione del solo stato d’Israele (4,2%); l’affermazione del solo stato della Palestina (3,6%).
Alla fine, si chiede se sia possibile giungere ad una convivenza pacifica in Europa con la popolazione islamica. La paura terrorismo è tornata a farsi sotto e fin dall’inizio dell’escalation si sono vissute situazioni di tensione in più Stati europei. La maggior parte dei rispondenti (41,2%) crede che questa convivenza sia “molto difficile: l’Islam è poco compatibile con i valori occidentali”. Poi, le risposte di maggior apertura ricevono un consenso praticamente identico. Per il 28,6% è possibile ma “è necessario vigilare di più contro l’estremismo islamico ed educare le giovani generazioni ai valori occidentali”. Per un 28,4%, invece, il panorama è ancor più ottimistico, affermando che “anche i musulmani si stanno secolarizzando come come i cristiani, basta avere rispetto reciproco e sconfiggere il razzismo diffuso”. Nota interessante, è che meno del 2% non sa o non intende rispondere, segno che è uno dei temi maggiormente sentiti e percepiti dalla popolazione.
Sondaggi Tp, oltre il conflitto, l’andamento della fiducia in Giorgia Meloni
Di seguito, l’aggiornamento sulla fiducia nella premier Giorgia Meloni. Nel complesso, favorevoli e contrari sono estremamente stabili e non si apprezza alcuna variazione significativa.
Nota metodologica: sondaggio realizzato con metodo CAWI, 4.000 interviste raccolte tra il 18 e il 20 ottobre 2023.