Sondaggi elettorali Tecné, in un anno il Pd guadagna il 3,6%
È l’effetto Schlein, che però da marzo è andato scemando
Alla fine di un anno e all’inizio di quello successivo è tempo di bilanci. Come è andato il 2023 per i partiti italiani? Non ci sono state elezioni importanti, a differenza che nel 2024, quando voteremo per le europee, l’andamento delle intenzioni di voto dei partiti è dipeso più dalle scelte delle leadership e dall’andamento delle condizioni del Paese.
Secondo i sondaggi elettorali di Tecné c’è stato un fisiologico calo per il centrodestra, che è sceso dell’1,2%, partendo però da livelli altissimi. A fine 2022, infatti, era nel pieno della luna di miele con l’elettorato. Così Fratelli d’Italia ha perso il 2,2%, andando al 28,8%, ma è più alto rispetto al 26% delle politiche di settembre 2022.
Scende anche la Lega, dello 0,7%, e con l’8,3% è però più indietro rispetto alle ultime elezioni. Molto bene, per Tecné, invece Forza Italia: sale dell’1,7% al 9,4%, realizzando un guadagno rispetto alle politiche. Questo istituto, tuttavia, si distingue dagli altri per essere piuttosto generoso con il partito fondato da Silvio Berlusconi.
Il dato migliore, però, è quello del Pd, che cresce del 3,6%, ma con il 19% non fa meglio di settembre 2022, si è infatti trattato di un rimbalzo rispetto al pessimo livello cui era sceso nel dopo voto. A scatenarlo, l’elezione di Elly Schlein di marzo, da allora, però, il partito non è decollato, anzi, non ha superato il 20% come si era illuso di fare.
Il Movimento 5 Stelle, che un anno fa viveva un momento positivo, è invece sceso di un punto, al 16,5%, mentre per Verdi e Sinistra e +Europa non ci sono stati tanti cambiamenti. Sono rispettivamente al 3,5% e al 2,4%.
Al centro si assiste a un netto calo per Italia Viva, che perde lo 0,8%, mentre Azione è abbastanza stabile, al 3,8%, ma la vera spaccatura tra i due ex alleati è avvenuta a marzo e un vero confronto è molto difficile. In discesa, infine, i partiti minori, che passano dal 5,7% al 5,3%.
Sondaggi elettorali Tecné, la fiducia nel governo giù del 13,3%
Molto più netti, secondo i sondaggi elettorali di Tecné, i cambiamenti riguardanti il livello di fiducia degli italiani nell’esecutivo. C’è un calo molto netto, ma anche in questo caso si partiva da livelli altissimi, infatti a fine 2022 erano ben il 54,6% a dare un giudizio positivo del governo, un dato molto alto per una democrazia europea. Sono diventati dopo un lento ma costante calo il 41,3%, una cifra fisiologica dopo più di un anno di governo.
Come sappiamo la somma dei voti di una coalizione è sempre maggiore del livello della fiducia nell’esecutivo. Anche coloro che nella maggioranza sono rimasti delusi per qualche provvedimento e non danno la sufficienza all’esecutivo alla fine in realtà spesso continuano a confermare il voto perché avversano ancora di più le formazioni dell’opposizione. È successo, per esempio, durante i governi Berlusconi.
Questo è ancora più frequente nel caso di coalizioni, in cui i partiti che non esprimono il premier fanno come da ammortizzatore, incamerando il consenso di chi è deluso dal Presidente del Consiglio, ma che non è pronto a cambiare schieramento
Questi sondaggi elettorali sono stati svolti il 2 gennaio con metodo Cati-Cawi su 791 rispondenti