Il mercato del CBD in Italia è in crescita costante, retto dalla legalità

Pubblicato il 11 Gennaio 2024 alle 20:00 Autore: Gennaro Fortunato
CBD

La crescita costante del mercato del CBD in Italia, fra legalità e normative: alcuni numeri sulla cannabis light

La cannabis legale in Italia – e più in generale il mercato del CBD – è al centro di un dibattito in continua evoluzione. Nonostante una costante opposizione da parte di alcuni enti statali, il settore mostra una crescita significativa negli ultimi anni.

Un importante passo avanti è arrivato con l’ordinanza del 2023 del Tar del Lazio, che ha sospeso il decreto ministeriale che classificava il cannabidiolo (CBD) come sostanza stupefacente, aprendo così nuove prospettive per il mercato del CBD e suscitando un notevole entusiasmo tra imprenditori ed associazioni del settore.

Arrivata per via della mancanza di evidenze riguardo alla pericolosità del CBD in termini di dipendenza fisica o psicologica, questa sospensione ha permesso ai prodotti per uso orale contenenti CBD di tornare sul mercato – sia nelle farmacie che negli shop specializzati.

Il mercato del CBD in Italia: la crescita della cannabis light

I numeri sono dalla parte dei consumatori: le ricerche infatti riportano come la spesa totale per tutte le sostanze stupefacenti in Italia nel 2022 sia stata di 15,5 miliardi di euro, di cui circa 6,6 miliardi sono attribuibili alla vendita di marijuana e hashish contenenti THC. D’altronde, l’approvazione della legge del 2016 aveva segnato importanti passi avanti nella filiera della canapa in Italia, facendola apprezzare anche a livello europeo.

In Italia, la cannabis light – una variante della cannabis contenente basse concentrazioni di THC – sta emergendo come un settore in crescita, con un potenziale mercato annuo di 500 milioni di euro. Alla luce di recedenti indagini svolte, l’incremento degli acquisti di prodotti a base di canapa legale è evidente soprattutto tra gli over 30, con una spesa media di 50 euro al mese, seguiti dagli over 65 e dai giovani tra i 18 e i 22 anni.

Questo garantisce benefici sotto molteplici aspetti: oltre ad offrire numerosi posti di lavoro, ciò contribuisce a contrastare il consumo illegale tra i giovani – che è uno degli aspetti fondamentali e fini ultimi del movimento. Inoltre, la cannabis light ha ottenuto un notevole successo commerciale, con un impatto positivo sull’economia nazionale e sulla riduzione del traffico illegale. Da non dimenticare infine la sua importanza in campo medico: alcuni prodotti a base di canapa sono infatti considerati più efficaci a curare specifiche patologie rispetto ai classici medicinali.

L’affermazione della cannabis legale in Italia: regole e sfide normative

L’evoluzione del mercato della cannabis legale in Italia è al centro di un dibattito sempre più acceso, dove gli entusiasmi per la sua crescita si scontrano con le sfide normative e le posizioni contrarie del governo. Nonostante la crescita evidente del settore della cannabis legale sia in Italia che nel resto d’Europa, il governo italiano ha infatti espresso più volte la sua contrarietà alla legalizzazione della cannabis.

Il settore del CBD è in continua trasformazione, ma l’annullamento del decreto ministeriale potrebbe portare ad una regolamentazione chiara e definitiva. L’aspetto più importante è infatti quello di garantire la protezione dei consumatori. Tutto però è ancora in divenire.

La mancanza di una regolamentazione della cannabis light ha generato attività repressive e ha limitato gli investimenti. Ciò ha lasciato inevitabilmente un vuoto normativo: prodotti a base di cannabinoidi non-stupefacenti, spesso etichettati come “per uso tecnico”, sono ampiamente distribuiti online – su shop online italiani come cbdmania.it – e presso negozi fisici specializzati, attirando così acquirenti che li utilizzano come alternativa al tabacco e ad altre sostanze psicoattive.

In generale, il complicato contesto italiano ha ostacolato la ricerca e l’innovazione, lasciando il paese in una posizione svantaggiata rispetto al resto dell’Europa nel mercato internazionale della canapa. La regolamentazione adeguata potrebbe garantire la tracciabilità e il controllo della qualità dei prodotti, consentendo alla cannabis made in Italy di emergere come un’eccellenza globale – bilanciando la crescita economica con la tutela dei consumatori e la sicurezza pubblica.