(Adnkronos) – Le forze Usa hanno confermato di aver distrutto un missile antinave che gli Houthi dello Yemen, che l'Iran è accusato da anni di sostenere, erano pronti a lanciare verso il Mar Rosso. "Il 27 gennaio, intorno alle 3.45 ora di Sana'a, le Forze del Comando centrale Usa hanno condotto un raid contro un missile antinave degli Houthi puntato verso il Mar Rosso e pronto al lancio – rende noto il Centcom via X – Le forze Usa hanno individuato il missile in aree dello Yemen sotto il controllo degli Houthi e stabilito che rappresentava una minaccia imminente per i mercantili e le navi Usa nella regione". Le forze Usa hanno quindi "colpito e distrutto il missile". In precedenza lo stesso Centcom aveva confermato che "intorno alle 19.45 di ieri, ora di Sana'a, i terroristi Houthi sostenuti dall'Iran hanno lanciato un missile balistico antinave da zone dello Yemen" sotto il loro controllo e "hanno colpito la petroliera Marlin Luanda battente bandiera delle Isole Marshall", in navigazione nel Golfo di Aden, che ha segnalato danni. Una conferma arrivata dopo che ieri sera il portavoce degli Houthi, Yahya Sare'e, aveva rivendicato su X l'attacco alla petroliera e minacciato che continueranno gli attacchi contro "la navigazione israeliana nel Mar Rosso e nel Mar Arabico fino al cessate il fuoco a Gaza e all'arrivo di medicinali e aiuti ai palestinesi" dell'enclave palestinese. Intanto il presidente americano Joe Biden ha ringraziato il leader egiziano Abdel Fattah al-Sisi per il "ruolo importante" dell'Egitto mentre proseguono gli sforzi per arrivare alla liberazione degli ostaggi tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza dall'attacco del 7 ottobre in Israele. Lo ha reso noto la Casa Bianca dopo la notizia del colloquio delle scorse ore tra i due presidenti, incentrato "sulla guerra in corso a Gaza" e sul lavoro per "il rilascio di tutti gli ostaggi" che restano nelle mani di Hamas. Biden "ha ringraziato" al-Sisi per il "ruolo importante dell'Egitto in questo processo" e i due presidenti "hanno affermato che ora va fatto di tutto per concludere un accordo che porti al rilascio di tutti gli ostaggi insieme a una prolungata pausa umanitaria". I due leader hanno anche parlato della necessità di intensificare l'impegno per "aumentare ulteriormente le consegne di assistenza umanitaria cruciale" in tutta la Striscia di Gaza. E "hanno concordato di proseguire lo stretto coordinamento" con questo obiettivo e per "stabilire le condizioni per una pace duratura e sostenibile in Medio Oriente, che includa la creazione di uno stato palestinese". Biden ha avuto ieri un colloquio telefonico anche con l'emiro del Qatar, Tamim Bin Hamad Al-Thani. Dopo gli Stati Uniti anche Canada e Australia sospendono ulteriori finanziamenti all'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi che ha annunciato un'inchiesta sul presunto coinvolgimento di dipendenti nell'attacco del 7 ottobre in Israele. "Ho parlato direttamente con il Commissario generale dell'Unrwa, Philippe Lazzarini, per manifestare la preoccupazione del Canada per le accuse secondo cui dipendenti dell'Agenzia sarebbero stati coinvolti nel brutale attacco terroristico contro Israele del 7 ottobre 2023", ha scritto su X il ministro canadese per lo Sviluppo internazionale, Ahmed Hussen. Il Canada "accoglie con favore la disposizione all'Unrwa del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, affinché indaghi su queste accuse molto gravi". Il Canada "ha temporaneamente sospeso qualsiasi ulteriore finanziamento all'Unrwa" per il tempo dell'inchiesta e se le accuse risulteranno fondate l'auspicio è che "l'Unrwa adotti misure immediate contro coloro che verrà stabilito sono stati coinvolti nell'attacco terroristico di Hamas". Nel frattempo "non verranno ridotti gli aiuti alla popolazione di Gaza" e il Canada conferma "forte preoccupazione per la crisi umanitaria" nell'enclave palestinese, chiedendo "a tutte le parti che rispettino il diritto umanitario internazionale". "Sono molto preoccupanti le accuse di coinvolgimento di dipendenti dell'Unrwa nei terribili attacchi terroristici del 7 ottobre in Israele", ha scritto su X la ministra degli Esteri australiana Penny Wong, comunicando che l'Australia "sospenderà temporaneamente l'erogazione di fondi". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)