Jannik Sinner ha vinto domenica 28 gennaio il titolo degli Australian Open, per l’Italia il primo trofeo Slam 48 anni dopo la vittoria di Adriano Panatta al Roland Garros. Tuttavia c’è chi sostiene che l’atleta non sia ‘azzurro’, quasi a voler sminuire la portata del trionfo tennistico.
Con la fresca vittoria nel torneo di Melbourne, Jannik Sinner si è aggiudicato il secondo grande titolo della sua carriera tennistica – il primo è la Coppa Davis – ma considerando il talento e il carattere che ha espresso finora, c’è da scommettere che non sarà l’ultimo brillante successo. Questa volta in finale a farne le spese è stato il russo Medvedev, ovvero proprio quel giocatore che alle ATP Finals 2021 scelse di… sbadigliare in faccia a Jannik dopo un set finito con un eloquente 6-0 a suo favore.
Ma il talento altoatesino doveva ancora fare un po’ di esperienza per crescere ancora, prendersi la rivincita e capire come battere sia Medvedev che Djokovic, due dei tennisti di maggior spicco nell’odierno sport della racchetta. Tuttavia, anche adesso – dopo il titolo a Melbourne – c’è ancora chi si chiede se Jannik Sinner sia davvero italiano o addirittura chi, seccamente, afferma di non considerarlo italiano.
Proprio così: tra gli appassionati di questo sport, ci sono coloro che davvero credono che il beniamino dei cd. Carota Boys (questo il nome dei suoi più sfegatati e simpatici tifosi) non sia – o non si senta – davvero ‘azzurro’. Ma vediamo se è davvero così.
Perché secondo alcuni Jannik Sinner non è italiano?
Ebbene, chiariamolo una volta per tutte: chi sostiene che Jannik Sinner sia più tedesco che italiano, sbaglia – e forse lo dice un po’ per invidia e per quel pizzico di acidità che contraddistingue taluni connazionali, quando qualche atleta dei nostri colori fa qualcosa di importante. Jannik Sinner è altoatesino ed è nato a San Candido, un posto italianissimo, mentre è cresciuto a Sesto, il comune più orientale del Trentino-Alto-Adige, al confine con il Veneto. Insomma, dal punto di vista geografico Sinner è certamente italiano, ed anche se non ha mai vissuto nel ‘cuore’ del nostro paese, la sua giovinezza l’ha passata entro i confini nazionali.
Certo, non ha la carnagione o il colore di capelli tipici dell’italianità, ed è figlio di genitori di madrelingua tedesca – pur essendo nati in Alto Adige e italiani anch’essi – ma ciò non toglie che la sua cittadinanza porta i colori della nostra bandiera. In campo e nelle interviste appare poco istrionico, non loquacissimo ma piuttosto maturo, serio e rispettoso degli avversari: caratteristiche che non ricordano quelle tipiche del nostro paese e che, forse, a qualcuno fanno storcere il naso – facendo pronunciare parole come: “Sì è bravo ma non è italiano“.
Già in una intervista di alcuni fa al noto portale Livetennis, Jannik Sinner chiarì ogni dubbio a riguardo, affermando di sentirsi ed essere totalmente italiano – pur essendo nato a pochi km dal confine con l’Austria e, proprio per questo, di gradire l’allenamento con coach italiani. Non a caso, nel 2014 si trasferì a Bordighera, per essere seguito dagli allenatori Andrea Volpini e Riccardo Piatti fino al 2022.
E, per la cronaca, oggi Jannik Sinner ha i suoi assi nella manica nei due top coach come Simone Vagnozzi e Darren Cahill: quest’ultimo in particolare fu nel 2003 l’allenatore di Andre Agassi, vincitore nel 2003 proprio dell’Australian Open. Una scelta fortunata ed azzeccata, evidentemente, per un tennista come Jannik Sinner che, vale la pena ricordarlo ancora una volta, è italiano sia all’anagrafe che nell’animo.