Caso Pozzolo, tre profili genetici sull’arma. Deputato a probiviri: “Non fui io a sparare”
(Adnkronos) – Sarebbero almeno tre le persone che hanno toccato la pistola del parlamentare di FdI, Emanuele Pozzolo, da cui è partito il colpo che ha ferito a una gamba Luca Campana la sera del veglione di Capodanno a Rosazza, nel biellese. E’ quanto emerge dalla perizia del Ris di Parma che ha esaminato l’arma. Nelle conclusioni si legge, infatti, che dagli accertamenti biomolecolari compiuti sui reperti, tra cui grilletto, leva del cane, superficie zigrinata dell’albero del tamburo, sono emersi “assetti genotipici complessi di tipo misto riconducibili verosimilmente ad almeno tre individui dai quali non è possibile estrapolare alcun profilo di un evidente contributore maggioritario. Gli stessi, tuttavia – si legge ancora – sono utili per confronti diretti con campioni biologici di certa reperibilità”. Alla luce della perizia del Ris di Parma, la procura di Biella, che conduce le indagini sull’accaduto, potrebbe ora decidere se e a chi prelevare il Dna tra coloro che presenti alla festa nella pro loco di Rosazza per confrontare i profili con quelli emersi dall’analisi effettuata dai carabinieri sull’arma. Intanto Emanuele Pozzolo alla Commissione nazionale di disciplina e garanzia di Fratelli d'Italia, che lo ha audito a Montecitorio ha ribadito ieri che il colpo sarebbe partito accidentalmente, ma a sparare non fu lui. Colleghi che hanno parlato con lui dopo l''udienza' dai 'probiviri' raccontano all'Adnkronos di averlo sentito "tranquillo" e "sicuro della sua versione" dei fatti. Incentrata sull'assunto di non aver esploso il colpo che ha ferito Luca Campana la notte di Capodanno. Ai suoi colleghi Pozzolo avrebbe ribadito la volontà di restare in Fdi: "Una volta chiarita questa vicenda resterà al suo posto, niente cambi di casacca…". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)