Monza, analisi del voto
[ad]Sono le liste al di fuori delle coalizioni che si possono definire, in questo scenario di scarsa affluenza al voto, le vincitrici morali di questa elezione. Il MoVimento 5 Stelle arriva infatti alla doppia cifra con poco meno di 5.000 voti, seppure il suo candidato faccia di peggio scendendo al 9,75%, mentre i candidati civici quasi triplicano il proprio peso nelle scelte dell’elettorato passando dal 4,87% al 13,26%.
Nel 2007 i partiti di centrodestra avevano il 55,57% ed il candidato, Mariani, arrivò al 53,53%. Oggi, la somma delle liste di centrodestra e Terzo Polo si attesta al 37,99% mentre la somma delle percentuali raccolte dai candidati arriva al 38,60%. Sono questi i numeri che, più di tutti, mettono in luce lo sfaldamento totale della ex-coalizione moderata italiana e che la pongono in una sua roccaforte come Monza sostanzialmente alla pari con il centrosinistra.
Esaminando tuttavia separatamente le tre differenti candidature del centrodestra si possono notare andamenti piuttosto differenti tra loro: nel Terzo Polo, l’UdC di Casini appare in sostanziale tenuta tanto in termini assoluti che relativi; la Lega Nord invece presenta un calo moderato di circa un punto percentuale pari a 2.000 voti; per il PdL invece si è in presenza di una vera débâcle: oltre 13.000 voti persi in cinque anni, risultato sotto il 20%, un calo di 17 punti percentuali. Sicuramente una sconfitta sonora per il partito di Alfano, ridotto a circa un terzo dei voti che aveva alle precedenti amministrative.
Inoltre, mentre i candidati di Lega e UdC riescono a migliorare le prestazioni delle liste a proprio sostegno – sia pure di valori inferiori al punto percentuale – il candidato del PdL Andrea Mandelli si ritrova al disotto della percentuale delle liste a suo sostegno, mostrando un’implicita debolezza personale al di là di quella dei partiti in suo appoggio.
Il quadro nel centrosinistra è invece più complesso e contradditorio. La coalizione a sostegno di Scanagatti risulta essere la prima a livello cittadino, ma tanto il candidato quanto i partiti risultano in arretramento rispetto al 2007 tanto in termini di voti quanto di percentuali. È in particolare la figura di Scanagatti a subire un calo maggiore, di circa 8.000 preferenze, laddove quello della sua coalizione si limita a 5.000.
Entrando nel dettaglio dei partiti, è impossibile non notare il salasso subito da RC a favore di SEL, e l’ottima performance dell’IdV che raddoppia i propri consensi percentuali riuscendo anche ad incrementare i propri voti in senso assoluto.
Per quanto concerne il PD, il confronto a Monza può essere particolarmente significativo rispetto a quello di altre realtà comunali perché già nel 2007 si era presentata la lista unica dell’Ulivo e non DS e DL separati. I demcoratici ottengono un risultato tutto sommato lusinghiero, lasciando sul campo meno di mille preferenze che tuttavia in questo scenario di altissima astensione significano in realtà un avanzamento del 4,5%.
Confronto mappa elettorale di Monza Comunali 2007 – Comunali 2012 |
Osservando la mappa elettorale che mette a confronto i dati del 2007 e del 2012 a livello circoscrizionale, si evince come il centrosinistra sia riuscito a primeggiare ovunque a livello cittadino, ma con percentuali estremamente inferiori rispetto a quelle del centrodestra di cinque anni prima: alla liquefazione del centrodestra di matrice berlusconiana non è seguito quindi – e questo è vero anche senza contare l’astensione – un mutato radicamento territoriale del centrosinistra, che vince quindi più per aver saputo mantenere il controllo del proprio elettorato che per essere riuscito a diffondere la propria visione di governo del territorio.
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