Julian Assange, attesa sentenza su estradizione in Usa
(Adnkronos) – Julian Assange, il cofondatore di Wikileaks, non è nell'aula di tribunale oggi a Londra dove è atteso il pronunciamento dell'Alta Corte britannica in merito al ricorso presentato contro l'estradizione negli Stati Uniti. Lo si legge sull'account 'X' di Wikileaks. ''Mentre il secondo e ultimo giorno dell'udienza cruciale inizia a Londra, Julian Assange ancora una volta non è in grado di partecipare a causa di gravi problemi di salute'', si legge. Assange non era presente in aula nemmeno ieri e il suo avvocato, Ed Fitzgerald, in apertura d'udienza aveva spiegato che il suo assistito non sta bene e, nonostante avesse il permesso di partecipare di persona, è rimasto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra. Qui si trova dal 2019, senza aver subito alcun processo, in attesa dell'estradizione negli Stati Uniti. Gli avvocati James Lewis e Claire Dobbin, che hanno rappresentato gli Stati Uniti, hanno detto che Assange "ha messo a rischio delle vite" diffondendo documenti statunitensi riservati e dovrebbe essere estradato per affrontare la giustizia americana. Dobbin, in particolare, ha sottolineato che la richiesta di estradizione del giornalista australiano Assange è motivata dalle sue presunte azioni e non dalle sue idee politiche. E ha aggiunto che alcune fonti citate nei documenti resi pubblici da Assange hanno dovuto affrontare "profonde conseguenze", tra cui l'arresto, la perdita di beni materiali, minacce e molestie. "Non si è trattato di uno scivolone o di un errore, si è trattato della pubblicazione di una grande quantità di materiale riservato", ha detto Dobbin in udienza. Nelle dichiarazioni scritte, Dobbin e James Lewis KC hanno descritto la fuga di notizie come "una delle più grandi diffusioni di informazioni riservate nella storia degli Stati Uniti". Inoltre ''pubblicando queste informazioni sul sito Wikileaks'', Assange ''ha provocato un rischio grave che le fonti ivi menzionate potessero subire gravi danni fisici''. Dobbin ha quindi fatto notare che "l'Amministrazione degli Stati Uniti ovviamente è cambiata durante questi procedimenti, ma ciò nonostante l'accusa contro il ricorrente (Assange, ndr) rimane in piedi. Perché si basa sulla legge e sulle prove, non sulla politica". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)