Sondaggi TP: l’opinione degli italiani su Navalny, Assange e De Luca
Torniamo col nostro sondaggio settimanale legato alle tematiche di stretta attualità. In questo caso, ci focalizziamo su tre figure che, per una ragione o per un’altra, hanno avuto un grande impatto sulla scena politica nazionale (Vincenzo De Luca) e internazionale (Navalny, morto durante la sua prigionia in Russia, e Julian Assange, a un passo dall’estradizione verso gli Stati Uniti d’America).
Morte dell’oppositore di Putin, Navalny: di chi è la responsabilità?
La morte di Alexej Navalny, autentico capo dell’opposizione a Vladimir Putin, è stata accolta con dolore e sconcerto. Sono montate immediatamente le più disparate teorie e qui abbiamo voluto chiedere di chi fossero le responsabilità della sua morte.
La gran parte del campione crede che, direttamente (35,5%) o indirettamente (36%), la causa si da ricercare nel regime russo. Una parte fortemente minoritaria, poi, si divide tra chi crede che non si possa saltare immediatamente a conclusioni (7,5%) e chi sostiene che Putin non avesse alcun interesse a creare un martire (9%) e chi ritiene che sia stato il frutto di una operazione dei servizi segreti americani per creare un ennesimo caso sfavorevole al presidente russo (8,4%).
Questa domanda, sulle responsabilità per la morte di Navalny, si collegano a doppio filo con quella successiva riguardante la situazione dei diritti umani in Russia. Per un buon 41%, la morte di Navalny dimostra che quello russo è tra i regimi più oppressivi al mondo. Di parere simile è un 24,8% del campione che afferma che si tratti di una “democratura” (a cavallo tra democrazia e dittatura) ma che non sia la peggiore di tutte. Un 20,6% pone invece l’accento sul contesto globale asserendo che in Occidente e Ucraina non va meglio che in Russia, come dimostrano anche i casi di Julian Assange e Gonzalo Lira.
Infine, un 11,4% è di parere opposto, credendo che l’Occidente stia aumentando sempre più il controllo sui propri cittadini e che, di questo passo, la Russia sarà un’oasi di libertà a confronto.
Da Navalny passiamo a Julian Assange, fondatore di Wikileaks e inserito nella lista degli acerrimi nemici da parte degli USA che, adesso, vogliono il cittadino australiano per fargli scontare 175 anni di carcere su suolo statunitense. Abbiamo chiesto ai nostri lettori se fossero d’accordo con la sentenza americana e la risposta (33,3%) è che non debba scontare una pena perché ha il merito di aver rivelato crimini di guerra. Un 17,2% celebra Assange come un eroe e crede che sia trattato alla stregua di un prigioniero politico, come Navalny. Dall’altra parte, un 16,1% sostiene la tesi americana (per aver messo in pericolo la vita di soldati e informatori) e un 24,3% crede che debba scontare una pena, ma non così eccessiva. Si segnala che addirittura un 9,1% non ha mai sentito parlare del caso Assange o non ha un’idea precisa al riguardo.
Sondaggi, De Luca nuovo avversario numero uno di Giorgia Meloni: come valuta la protesta sull’autonomia differenziata
Come ultima domanda della settimana e prima di passare alle intenzioni di voto, spostiamo il focus sulla politica interna e, in particolare, sul “mattatore” dell’ultima grande manifestazione politica. Parliamo del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e della manifestazione romana contro l’autonomia differenziata.
Il campione si spacca tra chi crede che abbia completamente ragione (33,5%) e chi, invece, che abbia completamente torto (36%). Poi, un buon 17,1% sostiene la causa avanzata da De Luca pur criticando i toni. Infine, un 9,8% entra nel merito reputandosi contrario allo stop all’autonomia differenziata, seppur ammettendo e legittimando la sua forma di protesta, avendo diritto a esprimersi come meglio ritiene.
Sondaggi elettorali Termometro Politico: tutto stabile nonostante l’avvicinamento della campagna elettorale
Chiudiamo con le intenzioni di voto e la fiducia in Giorgia Meloni. Come si evince dalla serie storica, dalla media sondaggi e dai dati a disposizione, le variazioni sono minime se non assenti. FDI rimane largamente primo partito, con il PD che spinge per arrivare al 20%. In coda, Italia Viva di Matteo Renzi si avvicina alla soglia di sbarramento nazionale del 3%.
Fratelli d’Italia 28,6%
Partito Democratico 19,6%
Movimento 5 Stelle 16,0%
Lega 9,3%
Forza Italia 6,5%
Azione 3,8%
Sinistra Italiana/Verdi 3,3%
Italia Viva 2,8%
Più Europa 2,5%
Democrazia Sovrana e Popolare 1,8%
Unione Popolare 1,4%
Noi Moderati 1,1%
Altri 3,3%
Nota metodologica
Sondaggio realizzato con metodo Cawi, 3.900 interviste raccolte tra il 20 e il 22 febbraio 2024