Mutui casa 2024: rate variabile giù. Anche nel 2025. Di quanto?
Mutui casa 2024: rate variabile giù. Anche nel 2025. Di quanto?
Mutui casa 2024: nuovi segnali positivi sull’andamento dei piani di ammortamento volti all’acquisto di un immobile. Secondo nuove stime, le rate di quelli a tasso variabile potrebbero scendere a un ritmo di 100 euro al mese nel corso di quest’anno. La deflessione dovrebbe proseguire anche nel 2025. I dettagli sulle previsioni più autorevoli in merito.
Mutui casa 2024: rate del variabile in discesa. Di quanto?
Mutui casa 2024: nuovi segnali positivi sull’andamento dei piani di ammortamento volti all’acquisto di un immobile. Le previsioni di numerosi esperti vedono una deflessione non trascurabile delle rate di quelli a tasso variabile nel corso di quest’anno. Nello specifico, le rate dei mutui a tasso variabile a partire da aprile 2024 dovrebbero cominciare a ridursi prima lentamente, a partire da circa 10 euro al mese. Poi, più velocemente, il calo dovrebbe progredire fino a raggiungere i 100 euro al mese intorno a fine 2024. Un andamento che dovrebbe non solo essere mantenuto a inizio 2025 ma che dovrebbe anche approfondirsi: in sostanza, nel corso del 2025 le rate dovrebbero scendere a un ritmo che progressivamente arriverà ai 120 euro al mese.
Il calo si consoliderà nel 2025
Mutui casa 2024: il trend in netta discesa previsto dagli esperti si può già intravedere dagli indici in base ai quali si definisce l’importo delle rate dei piani a tasso variabile. In particolare, l’Euribor a 6 mesi risulta in calo deciso calo da ottobre (quando si attestava al 4,160%) e, dicono sempre gli analisti, a breve dovrebbe essere seguito anche da un altro importante parametro, cioè l’Euribor a 12 mesi (alcuni mutui variabili sono indicizzati al primo altri al secondo).
Tale inversione di tendenza dovrebbe avvenire tra maggio e giugno 2024, a ridosso di importanti riunioni della Banca Centrale Europea che dopo 10 aumenti dei tassi di interesse da luglio 2022 in poi (quindi, dopo una persistente politica di aumento del costo del denaro in chiave anti-inflazione – interessi passati dallo 0% al 4,5% – uno degli elementi che incidono di più sui prodotti creditizi) potrebbe decidere non tanto per un loro mantenimento agli attuali livelli, come avviene da qualche mese a questa parte ma, finalmente, per un loro abbassamento.
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