Sondaggi elettorali Euromedia, il centrodestra ha ancora il 45,5% del consenso
Italiani spaccati quasi a metà sul premierato
Con l’avvicinamento delle elezioni europee gli istituti di sondaggio fanno i conti le varie ipotesi sulla strategia con cui i partiti andranno alle urne. Si vota con il proporzionale, quindi il tema non sono le alleanze, se non quelle strette tra i partiti che faranno una lista comune per superare lo sbarramento del 4%.
Il principale oggetto del dibattito è la candidatura di alcuni leader nazionali, a dispetto del fatto che con tutta probabilità, se eletti, non opterebbero per il seggio di Bruxelles. Si parla di Meloni, Schlein, Tajani e Renzi, nello specifico.
Secondo i sondaggi elettorali di Euromedia Fratelli d’Italia avrebbe il 27,6%, che salirebbe al 28,1% se la premier si candidasse. Il Pd, invece, il 19,6%, ma agguanterebbe il 20% con Schlein in lizza. Il Movimento 5 Stelle è al 17%, con i leader nominati candidati, però, salirebbe al 17,2%, anche se tra questi non c’è Conte.
La Lega passerebbe dall’8,6% all’8,7%, quindi con un cambiamento minimo, mentre per Forza Italia con Tajani in lista ci sarebbe un balzo, dal 7,9% all’8,5%.
A perderci, con la candidatura di altri leader, sarebbero alcune liste più piccole, come Azione, che passerebbe dal 4,3% al 4%, e l’Alleanza tra Verdi e Sinistra, che andrebbe dal 4% al 3,9%. Italia Viva, invece, beneficerebbe della presenza in lista di Renzi, andando dal 3,1% al 3,5%.
Per +Europa cambierebbe poco, scenderebbe solo dal 2,6% al 2,5%, mentre Noi Moderati dall’1,4% all1,2%. Sono le liste più piccole, sotto l’1%, che verrebbero in parte cannibalizzate da quelle più grandi, perché perderebbero con questa ipotesi l’1,5%, andando dal 3,9% al 2,4%.
Sondaggi elettorali Euromedia, solo mezzo punto di distanza tra favorevoli e contrari al premierato
È totale spaccatura tra favorevoli e contrari al premierato. Secondo i sondaggi elettorali di Euromedia c’è solo lo 0,5% tra chi vede di buon occhio la proposta di modifica costituzionale del governo, il 40,6%, e coloro che invece sono contrari, il 41,1%. Sono tanti, però, gli indecisi, il 18,3%.
Nello specifico per il 25% si tratta di una riforma utile e necessaria al Paese, mentre sono di più, il 35,8%, coloro che la definiscono dannosa e pericolosa. C’è poi un 23,5% che è possibilista, ma la riterrebbe accettabile solo se fosse concertata con le opposizioni.
Anche in questo caso, nonostante le opzioni qui siano tre, non sono pochi gli incerti, il 15,7%.
Questi sondaggi elettorali sono stati realizzati con metodo Cati-Cami-Cawi per Porta a Porta su 800 soggetti il 26 febbraio