Sondaggi TP: un italiano su due vuole fermare l’invio di armi all’Ucraina
Sondaggi TP: un italiano su due vuole fermare l’invio di armi all’Ucraina
Nel nostro sondaggio settimanale, parliamo di politica estera (focus particolare sull’Ucraina) e sulle conseguenze della sorprendente sconfitta del centrodestra in Sardegna. Partiamo proprio dalla principale domanda di politica interna.
Sondaggi TP: opinioni diverse su effetti delle elezioni in Sardegna
Tra gli argomenti chiave della settimana politica non può non rientrare la vittoria di Alessandra Todde, pentastellata e sostenuta anche dal Partito Democratico, contro lo sfidante meloniano Paolo Truzzu, attuale sindaco di Cagliari. Abbiamo chiesto se questa sconfitta potesse rappresentare un punto di svolta e inversione di tendenza. Le risposte sono estremamente variegate e tra la risposta più frequente e quella meno frequente c’è una differenza inferiore ai 10 punti. Significa che il campione è ben distribuito e non c’è alcuna opinione unanime.
Per quasi il 30% del campione, è stato solamente scelto il candidato sbagliato e la maggioranza degli italiani non vuole Schlein e Conte al governo. Dall’altra parte, c’è un 22,8% che, invece, crede che il vento sia cambiato, con il campo largo che ha dimostrato di poter battere il centrodestra e che, per questo, ci saranno importanti ripercussioni anche a livello nazionale. Per un 24,5% si tratta di una inversione di tendenza ma come spesso succede alla maggioranza dopo il primo anno di governo e che, in definitiva, non ci saranno conseguenze nazionali. Infine, un 21,1% vede la vittoria di Todde in Sardegna come una normale alternanza in una regione sempre in bilico.
Sondaggi Ucraina: un italiano su due vuole che Zelensky si sieda al tavolo delle trattative
Arriviamo alla politica estera e agli sviluppi del conflitto in Ucraina. Ne giorni scorsi, Emmanuel Macron, il presidente francese, ha paventato l’intervento di truppe NATO sul territorio ucraino. Una via che non convince affatto gli italiani: il 49,8% la ritiene una follia e che dovremmo invece fermare l’invio di armi e indurre l’Ucraina a negoziare, anche se si trattasse di concedere territorio alla Russia. Il 29,7% del campione si ritiene contrario all’invio di truppe per il rischio escalation, ma conferma di voler continuare ad inviare armi a Kiev.
Dall’altra parte, c’è un 10,8% che è a favore dell’intervento militare diretto della NATO in Ucraina per evitare la vittoria della Russia. Infine, un 7,3% opterebbe per una scelta di mezzo, preferendo l’invio di truppe in Paesi più vicini all’Ucraina e che non ospitano armi nucleari.
Rimanendo sul fronte ucraino, abbiamo chiesto ai lettori cosa ne pensassero dell’accordo bilaterale decennale sottoscritto da Meloni e Zelensky. Anche qui non ci sono risposte “definitive” e il campione si divide in maniera abbastanza eterogenea. La risposta più frequente – scelta dal 34,8% del campione – è di disaccordo rispetto all’impegno di mandare altre armi o aiuti militari, e che ci si sarebbe dovuti fermare al sostegno di carattere umanitario. Un 29,7% invece ritiene giusto ed equo questo accordo anche per dare prova di serietà ai partner europei. Poi, abbiamo un 18,2% che si considera totalmente contrario e che stiamo sostenendo la parte sbagliata. Solo un 10,5% (risposta meno gettonata) crede che questo accordo non sia abbastanza e che dovremmo incrementare da subito gli aiuti militari.
Il segreto di Stato e il segreto militare in Italia
Infine, prima di procedere con le intenzioni di voto e il livello di fiducia in Giorgia Meloni, chiediamo ai lettori se, in Italia, si faccia un uso eccessivo del segreto di Stato e del segreto militare.
Un 32% sposa questa teoria e crede che non siamo davvero in democrazia perché non si può votare consapevolmente e ci sono troppe informazioni tenute segrete. A ruota, un 28,5% crede che invece il livello di segretezza in Italia sia nella norma. Un 20,7% sostiene che prima fosse a livelli accettabili, mentre adesso si sta facendo un uso eccessivo dello strumento, e che questo porterà a delle conseguenze. Infine, un 10,2% (risposta minoritaria) crede che spesso le Istituzioni non riescano a mantenere la riservatezza e ci siano continue fughe di notizie e indiscrezioni.
Un buon 8,6% non sa del tema e non ha una idea precisa riguardo all’argomento.
Sondaggi elettorali: non ci sono segni visibili di un effetto Sardegna, ma fiducia Meloni in calo
Chiudendo con le intenzioni di voto, non si apprezzano, per adesso, degli effetti sulle intenzioni di voto a livello nazionale. Comincia a calare, invece, la fiducia in Giorgia Meloni, che perde terreno tra i votanti alleati. Addirittura, c’è una flessione dell’1,5% tra chi ha molta fiducia nella premier. E questo, probabilmente, è un primo campanello d’allarme per la leader – attualmente indiscussa – del centrodestra.
Fratelli d’Italia | 28,7% |
PD | 19,6% |
Movimento 5 Stelle | 16,2% |
Lega | 9,2% |
Forza Italia | 6,7% |
Azione | 3,7% |
Sinistra Italiana/Verdi | 3,1% |
Italia Viva | 2,8% |
Più Europa | 2,5% |
Democrazia Sovrana e Popolare | 1,7% |
Unione Popolare | 1,3% |
Noi Moderati | 1,1% |
Altri | 3,4% |