Sondaggi TP: quasi 30% italiani considera Putin un grande leader
Come di consueto torniamo con il nostro appuntamento demoscopico settimanale per chiedere – e parlare – dei grandi temi di attualità. Focus sulla politica estera: tra la rielezione di Putin e la possibile escalation del conflitto in Ucraina, è stato l’argomento principale della settimana appena trascorsa.
Sondaggi TP: elezioni libere e meno libere
Cominciamo proprio dalla rielezione plebiscitaria di Putin, che ha vinto con oltre l’80% dei consensi. Elezioni che hanno lasciato più di un dubbio. Abbiamo chiesto proprio questo, per cominciare, ai nostri lettori: “sono state elezioni libere e rappresentative del pensiero dei cittadini russi?”
La tonica è quella che vuole queste elezioni come una farsa (33,1%) e che non possono nemmeno essere considerate delle elezioni e che la Russia sia diventata una delle peggiori dittature al mondo. Un altro 28,2% crede che siano invece le tipiche elezioni di un paese autoritario in cui il leader è più temuto che amato, e non suscita un reale e libero consenso. Nel complesso, quindi, circa un 60% si esprime negativamente sulla bontà delle elezioni in Russia.
Dall’altro lato, c’è un 26,4% che crede che “siano state elezioni poco libere, ma comunque più libere che in tanti altri Paesi che non attirano l’attenzione dei media italiani. Putin ha comunque un grande consenso”. Infine, una parte minoritaria – ma, va detto, non residuale – crede che Putin “ha grande consenso tra la popolazione e che sia la trasparenza del voto che il pluralismo non siano inferiori rispetto all’Europa o agli USA. Da qui, ci agganciamo alla prossima domanda.
Approfittando del denso periodo elettorale, abbiamo chiesto se le elezioni in Europa e negli USA fossero davvero libere. La risposta che va per la maggiore e che arriva quasi alla maggioranza assoluta (45,4%), afferma che “nonostante i difetti, i Paesi occidentali rimangono un faro di democrazia e libertà nel mondo”. Poi, un 27,1% ritiene che siano libere in parte (poiché non mancano irregolarità e censure) ma siamo molto lontani dall’esperienza dei paesi autocratici.
Dall’altra parte, il 17,3% ritiene che in alcuni casi ci siano stati brogli e ci sia censura verso le idee diverse da quelle dominanti, proprio come si fa nei paesi autocratici. Infine, un 9,2% ritiene che sia ancora peggio che nei paesi autoritari, perché i media ingannano l’opinione pubblica in modo più raffinato e pervasivo.
Un giudizio fortemente negativo sul presidente russo Vladimir Putin
Tornando sulla Russia, abbiamo chiesto l’opinione su Vladimir Putin. La maggioranza lo considera un dittatore che si è macchiato del sangue di molte persone e che è pericoloso per la Russia e per il mondo intero (42,3%). Un 25,8% lo considera un autocrate dannoso per il proprio popolo ma non tanto diverso o più pericoloso rispetto a tanti altri autocrati che ci sono al mondo.
Tra chi, invece, vede di buon occhio il presidente russo – che sarà in carica per altri 6 anni – c’è un 23,8% che crede che, pur essendo autoritario, “è un grande leader che ha agito come era necessario per la situazione specifica del suo Paese”. Infine, una piccola parte del campione lo ritiene a tutti gli effetti un grande statista da cui trarre ispirazione (5,6%).
Sondaggi TP: gli italiani ripudiano la guerra
Chiudiamo la sezione di domande d’attualità chiedendo ai nostri lettori la loro opinione su un eventuale intervento militare a favore dell’Ucraina. Domanda posta in funzione di quella che pare l’ennesima escalation, legata alle dichiarazioni belligeranti di Macron, che sonda il terreno per una chiamata alle armi e un intervento militare diretto. Ebbene, gli italiani non sono per nulla d’accordo. Nel complesso, stante la situazione attuale, solo un 4,2% complessivo è a favore di un intervento militare. Il 2,8% crede che l’esercito italiano sarebbe già dovuto intervenire due anni fa, mentre l’1,4% crede che dovrebbe intervenire subito per evitare l’avanzata russa. Poi, un 5,7% afferma che si dovrebbe intervenire solo qualora i russi stessero per arrivare a Kiev o se l’Ucraina stesse sul punto di collassare. Queste risposte, nel complesso, arrivano nel complesso al 9,9%: praticamente una persona su dieci.
Dall’altra parte, la stragrande maggioranza afferma che l’esercito dovrebbe intervenire solo se ci fosse un attacco diretto all’Italia (42%) o a un Paese della UE o della NATO (36,9%). C’è poi un 9,5% che sarebbe contrario a qualsiasi tipo di intervento militare, anche in caso di attacco all’Italia. Tirando le somme, circa un 90% degli italiani vede l’intervento militare come una soluzione estrema e da prendere solo in caso di escalation che coinvolga, in maniera diretta, il nostro Paese.
Sondaggi elettorali e fiducia in Giorgia Meloni al 22 marzo: c’è calo importante di FDI
Chiudiamo il nostro sondaggio settimanale con le intenzioni di voto e il livello di fiducia nel premier Giorgia Meloni. Se la fiducia nella premier rimane più o meno costante, si nota una flessione notevole di Fratelli d’Italia, che cala di 0,4 punti, passando dal 28,2 al 27,8%. Scendono anche PD (-0,2%) e M5S (-0,1%). Continua a salire Forza Italia, che recupera 0,2 punti e va al 7,3%. Risultato psicologico importante per Italia Viva che passa dal 2,8 al 3% e arriva alla soglia di sbarramento.
Nota metodologica: sondaggio realizzato con metodo CAWI, 4200 interviste tra il 19 e il 21 marzo 2024